Le parole soddisfatte di José Mourinho al termine del successo giallorosso sul Leicester, che manda la Roma in finale:
Ci si abitua ad emozioni come queste?
“Mi scuso con lo studio però sono stanco, voglio andare a casa. Una vittoria della famiglia, non solo di chi era in campo o in panchina ma di chi era allo stadio. Questo è il nostro merito più grande, questa empatia, questo senso di famiglia. Abbiamo fatto una gara straordinaria, altri possono interpretare in altro modo. Però se il tuo portiere in 180′ di semifinale fa due sole parate contro una squadra di Premier vuol dire che abbiamo fatto bene. I ragazzi sono straordinari, lo meritano, però lunedì si gioca. Abbiamo 3 partite di Serie A per finire bene e poi la finale. 14 partite sono tante, abbiamo pagato con punti persi in Serie A. Andiamo finale e vogliamo vincere”.
Una battaglia di calcio stasera?
“Certo, noi rischiamo nel modo di pressare. Però non abbiamo la capacità di farlo per 90 minuti, soprattutto contro una squadra che gira palla. Abbiamo passato il blocco, siamo diventati un 3-5-1-1 nel finale, la linea mediana a controllare molto bene. Senza Mkhitaryan non era facile lavorare senza palla. Tanto bel lavoro da Zaniolo e Abraham. Famiglia è come posso definire questo arrivo in finale”.
Abraham ha uno spirito di sacrificio enorme, è lui il simbolo del gruppo?
“Tammy lo sa, io mi rifiuto a parlare bene di lui perché può fare meglio. Lui lo sa. Un grande giocatore con potenzialità per essere ancora meglio. Faccio fatica ad accettare questo. La disponibilità la deve avere in ogni partita, non solo nei big match. Però sono d’accordo, lui e tutti gli altri, anche chi era in panchina. Energia, sofferenza, empatia, è la famiglia. Volevo solo dire grande a Carletto Ancelotti, ora vinciamo le finali”.
Sky Sport