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Conferenza stampa, SVILAR: «Convinto dal progetto Roma, ho scelto un grande club internazionale. Mai avrei immaginato di essere allenato da Mourinho» (VIDEO)

Prime parole da giocatore della Roma per Mile Svilar. Dopo Nemanja Matic il portiere serbo, arrivato a parametro zero dal Benfica, è il secondo volto nuovo della formazione giallorossa che si appresta a iniziare la preparazione per la prossima stagione. Ieri il primo giorno a Trigoria, oggi Svilar viene presentato ufficialmente alla stampa. Alle 12.30 la conferenza stampa nella sala Champions del centro sportivo ‘Fulvio Bernardini’.

Introduce la conferenza stampa Tiago Pinto“Buongiorno a tutti. Penso che il mercato sia iniziato ieri, magari sbaglio… Parlerò come sempre dopo il mercato. Su Mile, dico sono di essere molto contento di averlo portato a Roma. Stiamo parlando di un simbolo di questo progetto, guardiamo al presente ma anche al futuro. Ha un percorso diverso dagli altri ma è stato in club importanti come Anderlecht e Benfica, ha guadagnato tanto esperienza, tutti gli specialisti riconoscono la sua tecnica. Sono felice di averlo portato a Roma, è arrivato al Benfica al mio primo anno lì e ora siamo di nuovo insieme”

Questo l’intervento di Svilar:

Il direttore l’ha definita un simbolo del progetto. Ha davanti un portiere forte, che motivazioni ha? Pensa di giocarsi chance per un posto da titolare?
Buongiorno, ho scelto la Roma perché è un grande club e mi è piaciuto il progetto che mi è stato proposto. Lavorerò duramente e giorno per giorno, poi vedremo che riserverà il futuro.

Mourinho in passato ha avuto belle parole nei tuoi confronti. Che effetto ti fecero quelle parole? Mai immaginato di dover lavorare con lui?
Ovviamente mi hanno impressionato, è uno dei più grandi allenatori, le sue parole significavano qualcosa. Ad essere onesto non avrei mai immaginato di lavorare con Mourinho nemmeno nei miei sogni migliori, ma è successo e sono in un grande club, con grandi tifosi. Non vedo l’ora di iniziare.

Matic ti aveva convinto ad accettare il Benfica, ha fatto lo stesso anche con la Roma? Pronto ad imparare l’italiano?
Conosco Matic da 10 anni e mi aveva parlato bene del Benfica, del resto lì sono stato bene. Non ho parlato con lui della Roma, ci ha pensato Tiago Pinto a parlarmene bene. Si è ripetuta la stessa situazione, ma con protagonisti diversi. Sono nato in Belgio ma mi sento serbo, parlo 5 lingue, capisco qualcosa di italiano ma ancora non lo parlo.

Con il gioco con i piedi si trova meglio a lanciare lungo o a giocare con i compagni di difesa. La Roma è la squadra che ha impegnato di meno il secondo portiere lo scorso anno.
Mi piace sia giocare corto che fare rilanci lunghi, dipende da quello che richiede la partita. Se avrò possibilità le coglierò, lavorerò giorno dopo giorno per migliorare.

Era partito titolare nel Benfica, poi ha scelto la squadra B e ora è qui come secondo portiere. La strada giusta per lei?
È vero, ho iniziato forte al Benfica, poi è successo qualcosa. Non sono sceso di categoria, fare esperienza nella seconda serie portoghese è stata una bella opportunità. Roma chance per rivitalizzare la mia carriera? Non la vedo in questo modo, ho solo 22 anni e ho le persone giuste intorno. La vedo come un’opportunità per migliorare e per affinare il mio talento, che è la cosa più importante.

Come immagini il tifo dell’Olimpico?
Ovviamente anche a Lisbona c’era una bella tifoseria, non credo ci sia qualcosa di diverso. Per ora ho visto solo dei video su Instagram e ho visto un’atmosfera pazzesca, sono emozionato al pensiero di viverla all’Olimpico.

La Roma ha iniziato un processo di crescita internazionale, questo ha influito nella sua scelta?
Quando ero bambino avevo una maglia della Roma, non credo che questo sia un fatto recente, la Roma è sempre stata un grande club di caratura internazionale. Pinto mi ha illustrato le ambizioni e le aspettative del club.

Anche suo padre era un portiere, cosa le ha insegnato?
Dall’inizio mi ha insegnato praticamente tutto, da quando avevo 12 anni mi ha sempre sostenuto, mi dava suggerimenti per come giocavo. Poi a 15 anni ho avuto un grande preparatore che ha completato la mia preparazione. Direi che le cose che mi ha insegnato mio padre per riassumere sono state molte.

Visto dall’esterno, quanto conta la vittoria della Conference? La sua idea sulla Serie A?
È qualcosa di straordinario, come deve essere vincere una coppa europea, basti vedere quanto se ne è parlato nell’ultimo mese. La Serie A resta un grande campionato, non vedo l’ora di cominciare.

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