Dopo l’1-0 del Feyenoord al De Kuip nella gara d’andata dei quarti di finale di Europa League, la Roma è chiamata a ribaltare il risultato domani sera all’Olimpico nella sfida di ritorno per accedere alle semifinali della competizione. Alla vigilia del match, dopo la seduta rifinitura mattutina svolta a Trigoria, José Mourinho è intervenuto in conferenza dalla sala stampa del “Fulvio Bernardini”, al suo fianco c’è Bryan Cristante (con un vistoso cerotto sul sopracciglio sinistro dopo la botta ricevuta contro l’Udinese).
L’intervento di Cristante:
Ci sono stati episodi sfortunati nella partita di andata ma c’è stata la prestazione. Si riparte da questa consapevolezza?
“Sì, assolutamente. Abbiamo fatto un’ottima partita anche se il risultato è negativo. Sappiamo di dover continuare su quella strada, facendo ancora meglio per portare a casa la partita”.
Ogni estate sembra quasi che tu debba scivolare come ruolo e diventare un comprimario, invece a fine stagione sei quello che gioca più di tutti. È successo anche con gli allenatori precedenti. Cosa ti rende insostituibile per questa Roma?
“La domanda è sempre quella: vado forte, do il meglio che posso dare sempre, se piaccio agli allenatori mi fanno giocare. Cerco di dare il mio contributo e faccio quello che devo fare”.
Come stai dopo la botta?
“Abbastanza bene”.
Sei pronto a giocare?
“Sì, sì”.
Sei arrivato nel 2018, hai rinnovato il contratto e sarà annunciato a breve. Cos’è cambiato nella Roma rispetto a quando sei arrivato? Cosa spinge i grandi giocatori ad arrivare alla Roma rispetto a quando sei arrivato tu?
“Innanzitutto in questo momento c’è una grande società dietro. L’arrivo della nuova società ha sistemato…”
Prima non c’era?
“Prima era sicuramente un periodo di transizione. Io sono arrivato alla fine del periodo Pallotta e c’è stato il periodo transitorio in cui si sapeva che ci sarebbe stata una vendita, finché sono arrivati i Friedkin che stanno creando un grande club. Ci vuole tempo e stanno facendo grandi cose, hanno preso un grande allenatore, uno dei più importanti in Europa, e penso che l’insieme delle cose porti a questa crescita societaria”.
Cosa è cambiato a livello di gruppo? Da fuori sembrate una squadra unita, anche chi gioca meno è coinvolto.
“Siamo un po’ di ragazzi che sono riusciti a giocare a Roma per un paio di anni consecutivi, più i giocatori giocano stagioni insieme e più il gruppo si unisce. Chi è qui da più anni è stato bravo a far entrare tutti bene nel gruppo e accogliere tutti nel miglior modo possibile”.
Questa è una squadra più da tappa che da Giro, più da impegno secco e trova meno continuità nel percorso lungo? Se sì, perché?
“Non credo, però penso sia una questione di numeri e di rosa. Tante volte siamo arrivati verso la fine della stagione con tanti infortuni e con rose non ampissime. Quando si arriva alla fine, dove tutte le partite decisive sia in coppa sia in campionato, magari inconsapevolmente si dà qualcosa in più in qualche partita e in qualche partita qualcosa in meno. Ora, senza troppi infortunati, stiamo riuscendo ad avere continuità in entrambe le competizioni”.
Ad inizio stagione si diceva, e si vedeva, che tu e Matic insieme facevate fatica, poi c’è stato un miglioramento evidente. Cos’è cambiato, dove siete migliorati?
“Più partite giochi insieme più riesci a trovare intesa e meccanismi in automatico, ci si trova con più semplicità col compagno. Penso sia una questione di numero di partite giocate insieme che ha aiutato tutta la squadra a giocare con semplicità”.
L’intervento di Mourinho:
Nelle top 5 leghe europee la Roma ha preso più legni di tutti. Nel corso della stagione si è sentito anche sfortunato?
“Prima di tutto siamo una squadra difensiva e abbiamo 27 pali. È un po’ contraddittorio. Non voglio dire di essere stati sfortunati, dobbiamo essere più bravi. Si può parlare dei pali o del portiere avversario che ha fatto una grande parata ma serve più efficienza, bisogna metterla dentro e il palo non vale. Significa che creiamo ed è importante. Alla vigilia di una gara che inizia con Roma 0 e Feyenoord 1 dobbiamo segnare. I pali invece di creare preoccupazione mi danno il feeling contrario: siamo capaci di creare”.
Come sta Dybala? Può giocare dal primo minuto?
“Onestamente non lo so. Avete visto 15 minuti di riscaldamento e torello, cioè niente, poi abbiamo fatto un po’ di organizzazione tattica senza posizione e a bassissima intensità. Abbiamo deciso di dare a Paulo 24 ore in più per capire veramente se può o non può. Domani mattina faremo qualcosa di obiettivo ed intenso per capire se gioca, se va in panchina o nulla. In questo momento niente”.
Abraham?
“Sta sempre bene, è un ragazzo felice e sembra sempre che stia sempre bene. Ride, scherza ed è positivo nel gruppo. Lo vedo sempre bene, poi gioca bene o male, segna o non segna, ma dal punto di vista umano sta sempre bene”.
Quanto è importante avere fiducia nelle alternative e poterle utilizzare come Bove e Llorente?
“È importante, Bove e Llorente hanno bisogno di crescere: il primo perché è giovane, cresce e in ogni partita mi sembra sempre più giocatore anche se ogni tanto può sbagliare perché fa parte della crescita; il secondo è diverso, ha esperienza di alto livello e ha avuto bisogno di imparare a giocare con noi, ed è diverso da imparare a giocare a calcio. Quando è arrivato il nostro gioco era strano per lui, in questo momento gioca già con stabilità e mi sembra perfettamente integrato. Sono giocatori in più, diciamo così, ma ci sono gli altri. Mancano 8 partite di campionato e con quella di domani 9, che possono diventare 11 o 12. Sono tante partite in poco tempo, è impossibile giocare sempre con gli stessi giocatori”.
Gimenez del Feyenoord?
“Lo rispettiamo, come rispettiamo tutta la squadra”.
Ha già risposto su Dybala, chiedo una valutazione più generale: se un allenatore ha un giocatore su cui punta e non sta benissimo, penso sia più giusto farlo partire prima perché poi se ha bisogno di un cambio, si rischia di farne due se entra dalla panchina. Domani rischia di essere una partita che termina ai rigori. Sta facendo una valutazione anche su questo?
“Tutto questo che stai pensando non è facile. La grande questione per me è: sta bene o non sta bene. Se è un dubbio sarà sempre un dubbio. Se inizia la partita sicuramente non giocherà né 90′ né 120′, magari c’è il rischio che dopo 10 minuti ti mangi un cambio e perdi non solo il cambio ma anche il momento di fare un cambio. Se va in panchina, entra e dopo si fa male, se un giocatore entra di solito è perché di solito non hai altri momenti di fare un cambio o altri giocatori. È una situazione difficile. Per me la decisione è: gioca o non gioca. Non abbiamo tante opzioni. In una situazione estrema non dico che sia impossibile che vada in panchina e che poi in una situazione ai limiti non possa giocare, aspettiamo fino a domani. Anche per voi, per i più bravi con più contatti, sarà difficile dire quale squadra giocherà domani perché neanche l’allenatore lo sa”.
Qual è la migliore strategia domani per vincere? Di cosa avete bisogno per vincere?
“Non so di cosa abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di segnare due gol in più del Feyenoord. Parlare del Salisburgo non ha senso, sono squadre diverse. Pazienza o non pazienza, non lo so. Quello che so è che siamo convinti dei nostri mezzi e che lo stadio vorrà giocare la partita con noi. Mi fido dei giocatori e dello stadio. Grande rispetto per il Feyenoord ma mi fido dei miei calciatori e del mio stadio”.