Allo Stadio Olimpico la Roma batte 3-0 l’Udinese nella 30esima giornata di campionato e si porta a 56 punti in classifica, a +3 sul Milan e a +5 sull’Inter: in gol Bove, Pellegrini e Abraham. Dopo la vittoria l’allenatore giallorosso, José Mourinho, ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:
POSTPARTITA
MOURINHO A DAZN
Cosa è successo alla Roma in questi due giorni?
“Abbiamo cambiato diversi giocatori. Pellegrini e Wijnaldum avevano giocato 45 minuti giovedì, altri non erano neanche scesi in campo a parte 3/4 calciatori che hanno fatto 90 minuti. Abbiamo rischiato, ma è una risposta ottima della squadra come squadra. Il risultato inganna perché non è stata una partita facile, solo dopo il 3-0 ho sentito tranquillità. Loro hanno giocato nella nostra metà campo, noi ci siamo abbassati e lì si è sentita la stanchezza, nel blocco basso abbiamo avuto delle difficoltà e poi Rui Patricio ha parato il rigore”.
Quanto è importante avere un blocco di calciatori italiani?
“A me piace, è il modo di pensare della società e di avere un buon rapporto con il calcio giovanile. Il calcio è universale, ci sono tanti giocatori stranieri, ma i calciatori italiani della Roma e dell’Italia in generale sanno adattarsi e creare empatia con i tifosi. Anche quando perdiamo i tifosi sono sempre con noi. Bove ha giocato benissimo oggi, ma ha fatto un errore che poteva cambiare la partita. Se Rui Patricio non avesse parato il rigore sarebbe stata complicata. Non sono arrabbiato con Bove, fa parte della crescita. Sono contento di questo ragazzo italiano e romanista”.
Quanto serviva a Pellegrini sbloccarsi?
“Serviva vincere e giocare con fiducia, senza avere pressioni per il rigore sbagliato. Ha fatto prestazioni non troppo fantastiche ultimamente, ma è un giocatore che ha la nostra fiducia. Oggi ho deciso di non fargli tirare il rigore perché lui non aveva bisogno di questa pressione extra. L’avrebbe tirato sul 2-0, ma quello decisivo no. Ha fatto un’ottima partita e un bel gol. Se c’è stato qualche commento negativo dopo il Feyenoord non è un problema. La realtà è questa, lottiamo tutti insieme con i nostri tifosi”.
La fase difensiva è molto forte. Quando passate in vantaggio è difficile farvi gol.
“La qualità di un allenatore normale come me e come la situazione in cui siamo dato che non possiamo scegliere i giocatori che vogliamo e comprare tutti. Dobbiamo sviluppare i punti di forza e nascondere le debolezze. L’organizzazione difensiva è importante per noi. Non abbiamo giocatori esplosivi davanti, l’unico è Solbakken, che ha fatto uno sforzo a venire in panchina. Non siamo molto bravi a fare una transizione veloce ripartendo dal basso, quindi quando l’energia si è abbassata la squadra ha sofferto. Sappiamo soffrire, è un risultato importante. Ora dobbiamo dimenticare il campionato. La rimonta giovedì è possibile”.
Dybala ci sarà giovedì?
“Forse. Io sono più positivo che negativo”.
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA
Un aggiornamento sulle condizioni di Paulo Dybala.
“Giovedì Bove non ha giocato, oggi era fresco. Pellegrini ha giocato 45′ ed era fresco, Wijnaldum anche ha giocato 45′. I due quinti, Celik ed El Shaarawy, erano freschi come anche Belotti. È una squadra con tanta gente che non aveva giocato 90′ a Rotterdam. Mi aspettavo energia, intensità ed organizzazione e ho visto tutto questo. Il 3-0 non riflette la difficoltà della partita: se prendiamo gol sul rigore a 20′ dalla fine, parliamo di una partita diversa, del 2-1, e del momento in cui la squadra aveva abbassato intensità e pressione e abbiamo avuto questo periodo difficile della partita. Ma sono molto contento dei ragazzi. La situazione di Dybala è un dubbio, anche Abraham è un dubbio. Ovviamente Dybala è un dubbio più grande ma anche Abraham lo è, oggi ha giocato perché ne avevamo bisogno. Nessun infortunio, non penso ci sia stanchezza ai limiti. È più difficile giovedì-domenica che domenica-giovedì, abbiamo tre giorni di lavoro invece di due, penso che la squadra arriverà giovedì in un’ottima condizione”.
Avrebbe scommesso sul terzo posto della Roma a questo punto del campionato?
“No, io non scommetto niente. Gioco partita dopo partita, questa è la nostra realtà. Ci sono delle squadre che possono fare pronostici, che possono guardare al futuro con più sicurezza. Squadre con opzioni, che soffrono meno le difficoltà della maratona che è la stagione. Per noi è sempre un punto interrogativo. Se c’è un infortunio o una squalifica, siamo in difficoltà. Se c’è stanchezza c’è sempre il dubbio sul turnover. Io non guardo molto la classifica, né sono capace di pensare alla lunga. Giovedì è la prossima e vediamo”.
Settima vittoria e settimo clean sheet su 8 partite di campionato nel 2023, con la Roma che cambia spesso ma non cambia il canovaccio della partita e gli avversari faticano a fare il loro gioco. Qual è il segreto?
“Abbiamo fatto anche risultati brutti e abbiamo perso male a Cremona e con il Sassuolo. Non siamo una squadra perfetta, ma siamo anche una squadra che ha difficoltà a fare tre vittorie di fila, per esempio. Non siamo una squadra con questa uniformità nei risultati. Lavoriamo tanto e, quando non possiamo lavorare in campo, lavoriamo con i video, cerchiamo di analizzare gli avversari e cerchiamo di aiutare i giocatori a capire l’avversario e a trovare il miglior modo di giocare. Questo è normale, cerchiamo di fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile”.
Aspettando la Fiorentina domani, è un caso che la Roma sia l’unica squadra italiana ad aver giocato in coppa e ad aver vinto in campionato?
“Penso non sia un caso. Altre volte siamo stati noi a non vincere, è difficile. Non si tratta solamente di stanchezza fisica, ma anche mentale. Posso guardare anche a squadre con più soluzioni delle nostre e con giocatori più esperti dei nostri, come Inter, Milan, Juventus e Napoli. Però dico per esperienza, magari loro non sono d’accordo con me ma mi è già successo, quando giochi in una competizione europea, in una fase lontana della competizione, contro una squadra del tuo campionato dal punto di vista mentale è più difficile. Avverto questo, non mi è successo tante volte ma qualche volta sì, è più difficile da gestire a livello emotivo. Una cosa è perdere con una grande squadra di un altro Paese, un’altra cosa è perdere contro una squadra del tuo Paese, è più dura. Mi sembra che sia più difficile dal punto di vista emotivo. Tutti noi siamo nei quarti di finale, non dico che tutti abbiamo un sogno ma tutti vediamo la strada verso la finale. Qualche volta la gente non riesce a concentrarsi al 100% per 2-3-4 partite di fila. Non è come 10-15 anni fa e con questa situazione attuale con due partite ad una settimana di distanza, e non a due settimane di distanza come prima, con una partita di campionato in mezzo è difficile. Poi è doppiamente dura perché dall’altro lato ci sono squadre di qualità che non giocano in Europa e si preparano durante una settimana solo per una partita, squadre con bravi allenatori e bravi giocatori. È dura. Preferisco la difficoltà, ma continuare a restare vivo in Europa. Se mi chiedete se voglio giocare i quarti di finale e giocare tante partite con una rosa con i limiti, dico di sì. Se giovedì perdiamo, arriverò qui e dirò che sarà meglio così da concentrarci sul campionato (ride, ndr). Ma la verità è che quando arrivi nei quarti di finale inizi a sentire che qualcosa può succedere. Milan, Inter, Juventus e Napoli sentono esattamente lo stesso. Onestamente penso che la Fiorentina vincerà la competizione perché è la squadra più forte”.