Con l’inizio della settimana che condurrà alle semifinali europee, arriva l’intervista integrale di Tammy Abraham in vista della sfida col Bayer Leverkusen: “É una grandissima squadra. Ci ho già giocato contro in passato e so cosa aspettarmi. Giocano un ottimo calcio e hanno un allenatore e giocatori straordinari. Sappiamo che sarà una sfida difficile e una trasferta complicata, quindi dovremo dare il massimo e concentrarci su noi stessi”.
Dopo la Conference League dello scorso anno, la Roma potrebbe tornare nuovamente a vincere un trofeo europeo: “Sarebbe un sogno. Quando sono arrivato ho detto che avrei voluto sollevare un trofeo prima di andarmene, ma non me lo sarei mai aspettato di vincerlo così presto. Vedere la gioia di tutta la città è stato incredibile. I tifosi se lo meritavano dopo tutto quello che hanno passato. Ci sono alcuni giocatori in squadra che hanno vinto in passato la Champions League, noi l’anno scorso ci siamo riusciti in Conference League, quindi sappiamo quanto sia bello sollevare un trofeo. L’Europa League è una grandissima competizione. La conosco e la seguo sin da quando ero bambino e sarebbe bello arrivare fino in fondo e magari vincerla”.
Sull’influenza che ha avuto Mourinho sul suo percorso, l’attaccante dice: “Da me si aspetta che lavori sodo, che trascini compagni e tifosi, ed è in quel momento che gioco il mio calcio migliore. È il tipo di persona a cui piace concentrarsi sulla partita successiva, perché se si pensa troppo a quelle lontane, si perdono informazioni importanti e dettagli fondamentali di quelle più vicine. È stata una buona annata ma il nostro obiettivo è sollevare un trofeo alla fine della stagione”.
Sulla crescita che ha avuto alla Roma: “Sono diventato più sicuro di me e ho imparato a conoscermi meglio. Al Chelsea ero conosciuto come “il giocatore dell’accademia”, e penso che venendo qui ho capito che è arrivato il momento di tirare fuori la mia personalità e mostrare al mondo quello che so fare. È stata un’esperienza fantastica, che mi ha permesso di conoscere una cultura diversa e di vedere un tipo di vita diverso. Sicuramente lo apprezzerò ancora di più quando mi guarderò indietro a carriera terminata”.
Sul suo italiano: “Prima parlavo solo inglese. Poi quando sono arrivato qui ho visto Tomori parlare italiano, e questo mi ha motivato. L’estate scorsa non volevamo che i nostri compagni non capissero quello che dicevamo, quindi ci siamo sforzati di parlare un po’ di italiano, e credo che questo mi abbia spinto a imparare ancora di più”.
Fonte: UEFA.COM