(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle della semifinale di ritorno tra B. Leverkusen e Roma di questa sera:
-Leverkusen-
Hradecky s.v.; Tapsoba 5.5, Tah 6.5 (Amiri s.v.), Hincapié 5; Frimpong 6, Demirbay 6.5, Palacios 6 (Hlozek 6), Bakker 5 (Adli 5.5); Diaby 5.5, Wirtz 6.5; Azmoun 5.5. All: Xabi Alonso 6.
-Roma-
RUI PATRICIO 7 – Il turno di riposo a Bologna dopo una marea di partite consecutive gli ha fatto bene. Carico, reattivo, non trema sulle conclusioni da fuori di Demirbay e compagni, scegliendo il tempo sbagliato solo su un’uscita rischiosa su Azmoun. La sicurezza è tornata quella di Tirana.
MANCINI 8 – Il nervosismo nell’atteggiamento di qualche mese fa si è tramutato in cattiveria agonistica, padronanza del ruolo. La maturazione del vice-capitano è completata stasera, contro un Bayer arrembante e veloce. Ma non trema mai e si concede una chiusura miracolosa su Azmoun. Leader trovato.
CRISTANTE 8 – Il mini-ciclo di partite da difensore centrale si esaurisce al meglio delle possibilità. Granitico, mai in ritardo, sembra nato per fare il libero. Ma anche quando torna a centrocampo, col ritorno in campo di Smalling, sa dare una mano nel tenere il Bayer lontano dalle zone pericolose. Punto chiave.
IBANEZ 7,5 – Nonostante le sue caratteristiche lo portino troppo spesso ad esagerare, il brasiliano vive di serate come queste. Come nella finale di Conference, si rinchiude in una concentrazione quasi monastica e non sbaglia un intervento. Fosse sempre così, sarebbe tra i primi 5 stopper d’Europa.
CELIK 7 – Tiene su Wirtz, morde su Azmoun, esce su Demirbay e Bakker, con personalità e grinta. Fisicamente soffre tremendamente dal 60’ in poi, fino ad alzare bandiera bianca ad un quarto d’ora dal termine. L’unico avversario insormontabile sono i problemi muscolari.
BOVE 7,5 – Tanta fatica nel prendere i tempi di uscita in pressing su Palacios e Demirbay, qualche affanno di troppo nella gestione del pallone, comprensibile visto il ritmo del match. Si sacrifica anche da terzino destro dopo l’uscita di Celik, non sbagliando un pallone.
MATIC 8,5 – Regista, recupera palloni, giocoliere (due colpi di tacco di qualità), trascinatore e scoglio a cui aggrapparsi. A questi livelli serve gente di personalità e che conosce il calcio europeo e lui in questo è un maestro. Solo lui riesce a tenere il pallone per due secondi di seguito, nel marasma generale della BayArena. I crampi al 90’ sono più che giustificati.
PELLEGRINI 8,5 – E’ ovunque, alto, basso, sulle fasce, in appoggio ad Abraham (nella ripresa). Tutto viene svolto nel migliore dei modi, con abnegazione, spirito di sacrificio e tanta tanta corsa. Un brutto colpo alla caviglia poteva metterlo k.o. nel finale, ma stringe i denti da vero capitano. Per il secondo anno entrerà in campo con la fascia al braccio per una finale europea..
SPINAZZOLA 6 – Parte piuttosto concentrato nel primo tempo, ma la sua gara non dura oltre la mezz’ora per un problema alla coscia. Non ne aveva più da settimane.
ABRAHAM 6,5 – Tocca molti palloni, sbagliandone diversi ma provando a mettercela tutta. Dal punto di vista dell’impegno forse la miglior versione dell’anno, sulle scelte e la fase conclusiva ancora non ci siamo. Di certo il baricentro basso della squadra non lo aiuta ma lui fa poco per “pulire” i palloni che gravitano dalle sue parti.
BELOTTI 6 – Non gli si può chiedere qualità nelle giocate, perché questo non appartiene al suo repertorio, specie a questi livelli. L’unica nota positiva sono le molte palle difese spalle alla porta e i falli conquistati. Speriamo abbia il colpo in canna per Budapest.
-Subentrati-
dal 34′ ZALEWSKI 7 – Entra a freddo e non era facile contro un Bayer votato all’attacco. Da inizio ripresa disputa una partita accorta, da veterano, attentissimo in fase difensiva. Il temuto Frimpong riesce a saltarlo solo in un’occasione, il polacco di Tivoli lascia solo le briciole.
dal 46′ WIJNALDUM 7 – Il compito dell’olandese è ben chiaro: fare densità e pressione in mezzo al campo, ripartire con i suoi 200 cavalli in ripartenza. Prezioso e ritrovato.
dal 78′ SMALLING 7 – Fondamentale per la Roma ritrovarlo, anche se Cristante al suo posto non ha mai tremato. Pochi minuti per dimostrare che le palle alte, come al solito, sono tutte sue.
IL GRUPPO 9 – Non ci sono individualità che tengano. La qualificazione alla seconda finale europea consecutiva della Roma è di una squadra che avrà mille difetti, mancanze ed uno stato atletico generale non esaltante. Ma ha cuore, testa, lucidità, compattezza e anche un pizzico fortuna che serve sempre. La creatura mourinhana, non esaltante nel gioco ma commovente nello spirito, merita a tutti gli effetti questo traguardo.
ALL. MOURINHO – La sua forza è questa: fare un altro sport quando arrivano le gare ad eliminazione diretta. Questo discorso vale ancor di più se consideriamo semifinali e finali. Oggi con una squadra che non aveva né qualità né forma fisica, tira fuori ogni stilla di energia dai suoi uomini, caricandoli nel modo giusto e lasciandoli tranquilli nelle fasi più calde. Un maestro. Un vincente.