(A.Papi) – La Roma affonda a Marassi contro il Genoa, perdendo addirittura per 4-1. Una durissima lezione di calcio impartita dai rossoblu di Gilardino ai ragazzi di Mourinho, apparsi mai veramente in partita. Un divario davvero troppo ampio per essere vero e che apre ufficialmente la crisi giallorossa. Di seguito i voti e i giudizi dei giocatori scesi in campo.
ROMA:
RUI PATRICIO 5,5: Il suo impegno di serata è quello di raccogliere i palloni in fondo al sacco, senza poter opporre resistenza. Con una difesa del genere diventa difficile capire eventuali responsabilità del portoghese, quasi spettatore dei 4 gol incassati. Almeno a Marassi non è colpa sua.
MANCINI 5: Nervoso sin dall’avvio, infastidito dalla mobilità di Gudmundsson e dall’aggressività di Strootman. In campo aperto e con spazi ampi diventa complicato per uno con il suo passo, ma anche quando si avvicinano all’area di rigore è troppo distratto in marcatura. Ammonito viene tolto all’intervallo, non partecipando alla disfatta finale.
LLORENTE 5,5: Non era partito male salvando in scivolata su Retegui un gol praticamente fatto a due passi dalla linea di porta. Poi finisce nel marasma generale fino allo stiramento che lo costringe ad alzare bandiera bianca al minuto 24’.
NDICKA 4: Come i gol presi. Su questo aveva ampiamente ragione Josè Mourinho, dicendo che non è pronto ancora per giocare. Non è utile praticamente in nulla, dall’impostazione alla marcatura (soprattutto). Segue gli uomini a due metri, con lentezza imbarazzante nei cambi di direzione e con letture tattiche da mani nei capelli. Peggio di così…
KRISTENSEN 5: Anche per lui il primo tempo non era stato nemmeno così malvagio, tra sovrapposizioni decenti e qualche pallone recapitato in area. Inizia la ripresa con la massima spinta possibile ma finisce per inciampare in troppi errori di misura e posizione. Aggravante da non sottovalutare è la mancanza di un avversario di livello sul suo lato, visto che Matturro non è nemmeno un esterno. Infatti con Messias finisce anche peggio.
CRISTANTE 6: Merita la sufficienza per due motivi, il primo è il gol che rimette momentaneamente le cose in parità, con un buon colpo di testa su perfetto inserimento in area. Il secondo è per aver ricoperto due ruoli nella stessa partita, scalando da centrale dopo l’ingresso di Bove, al posto di Llorente. Sotto questo punto di vista è davvero encomiabile.
PAREDES 4,5: Tanti palloni toccati, pochissime giocate utili. Prova tiri da fuori e finiscono a chilometri dalla porta, il palleggio è lento e prevedibile e quando la palla ce l’hanno gli altri sono davvero dolori. Nonostante la condizione fisica sia migliore il rendimento è troppo basso per essere accettabile.
PELLEGRINI 4: Praticamente nullo per tutti i 77’ trascorsi in campo. Francamente diventa inspiegabile anche il motivo per cui debba giocare in queste condizioni, considerando che c’erano anche Bove e Aouar a disposizione. Fare peggio di lui questa sera era quasi impossibile e bisogna augurarsi che riveda il campo solo quando potrà fornire un rendimento fisico adeguato. Fantasma.
SPINAZZOLA 5: Parte male regalando al Genoa il pallone che porta al vantaggio di Gudmundsson. Si riscatta con il cross che permette a Cristante di siglare il momentaneo 1-1, peccato che sia uno degli ultimi squilli. Qualche altro tentativo di uno contro uno andato a buon fine ma non sfruttato al centro dell’area. Anche lui non regge i 90’.
DYBALA 5: Non è lontanamente vicino al top della forma e tutti questi minuti che gli si fanno giocare sembrano renderlo ancora più appannato. Anche questa sera resta in campo per tutti il match senza accendersi mai. Non ha lo spunto per innescare il suo fenomenale sinistro e non arriva nemmeno il tanto atteso dialogo con Lukaku. Lontani e sfilacciati non duettano in area di rigore, dove potrebbero essere letali e così non servono a niente.
LUKAKU 5,5: Solo, disperato, gonfiato dall’inizio alla fine da Bani, Vazquez e compagni. Servirlo solo con lanci lunghi e palloni complicatissimi da mettere giù è controproducente e non può esserci sempre l’acuto del campione. Nonostante tutto aveva anche messo dentro un tiro perfetto, peccato per il fuorigioco. Si spende anche in aiuto dei compagni e questo non può che essere positivo per lo spirito di squadra. Urge trovare un modo per innescarlo in modo serio.
BOVE (dal 24’ per Llorente) 5: Tanta, troppa confusione. Si piazza da mezzala destra senza combinare un granché e finendo per girare a vuoto.
BELOTTI (dal 46’ per Mancini) 5: Piazzato lì a sgomitare, con Dybala e Lukaku, in un tridente pesantissimo, finisce per non avere lo spazio necessario per incidere. Da ala sinistra non riesce a saltare l’uomo ne ad arrivare al tiro. Solo voglia e poca lucidità.
EL SHAARAWY (dal 78’ per Pellegrini) sv: Si sacrifica da terzino a tutta fascia ma ormai la partita aveva perso di valore.
AOUAR (dal 78’ per Spinazzola) sv: Anche per lui non è giudicabile un quarto d’ora disputato senza schemi e senza idee.
AZMOUN (dal 78’ per Paredes) sv: Purtroppo non è la gara migliore per bagnare la sua seconda presenza in giallorossa.
MOURINHO – Non ci si può nascondere e sarebbe sbagliato girarci intorno. La Roma si è fermata a Budapest, non ha mai ripreso il cammino. La strada si è interrotta e l’estate è trascorsa praticamente occupando il tempo ma non lavorando. La convinzione di costruire una Roma 3.0 non esiste più e il risultato è una squadra che non può definitisi tale. Atteggiamento sbagliato, condizione fisica imbarazzante, cambi inspiegabili e un cuore che non c’è più. Sarebbe sbagliato anche nei confronti di un grande allenatore come Lo Special One non sottolineare alcuni errori e problemi fin troppo chiari. Il problema è capire ora come uscirne.