Domani alle ore 18 la Roma affronterà allo Stadio Olimpico l’Udinese di Gabriele Cioffi nel match valido per la tredicesima giornata di Serie A. I giallorossi si trovano al settimo posto in classifica con 18 punti, mentre i friulani sono sedicesimi a quota 11. Nella giornata odierna, alle ore 12:30, José Mourinho interverrà in conferenza stampa dalla sala stampa del centro sportivo ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria per presentare il match e rispondere alle domande dei cronisti.
Udinese difficile da affrontare. Sarà fondamentale il ritorno della qualità di Pellegrini nel possesso palla?
“L’importante è la qualità collettiva del possesso palla. Dobbiamo stare attenti alle loro ripartenze, se perdiamo palla in zona pericolosa siamo più aperti e loro sono veloci. Noi siamo migliorati, abbiamo maggiormente il possesso del pallone. Pellegrini è sempre importante per noi. L’Udinese ha tutto, ero sorpreso dalla posizione di classifica perché è una squadra con potenzialità, se giochiamo bassi e regaliamo loro il pallone possono farci male, sono forti su palla inattiva e inoltre Samardzic e Walace sanno calciare dalla distanza. Partita veramente difficile”.
Quanto è cambiata l’Udinese rispetto alla passata stagione?
“Ha perso giocatori importanti, ma conosciamo il gruppo e per loro non è un problema vendere calciatori come Beto e Becao. Hanno preso Kabasele che ha giocato tanti anni in Premier, hanno esterni veloci ed è tornato anche Pereyra. L’Udinese è sempre l’Udinese anche se in estate le piace fare soldi”.
52 partite totali saltate dagli infortunati in questo inizio di stagione. A che punto è Smalling? Cosa ne pensa, si aspetta di più dal giocatore?
“Questo numero è vero, ma si concentra soprattutto su 3/4 giocatori. Alcuni hanno giocato sempre e sono quelli che hanno una storia clinica pulita come Cristante, Mancini, Rui Patricio, Bove. Smalling, Sanches, Pellegrini, ogni tanto Dybala e Spinazzola, fanno parte dell’altro gruppo. I giocatori sono professionisti, fanno di tutto per stare bene. Noi lavoriamo tanto insieme e pensiamo che stiamo facendo un ottimo lavoro. Smalling? L’infortunio c’è. Ci sono persone che hanno più capacità di sopportare il dolore e Smalling non è un ragazzo che sa giocare soffrendo, si tira un pochettino indietro. Il suo infortunio è difficile, è una grande frustrazione per me perché è in un ruolo in cui abbiamo necessità. Dobbiamo avere pazienza, non devo massacrarmi così come non devo farlo con lui. Vediamo quando torna, nell’ultima settimana non ha fatto neanche un minuto fuori dal dipartimento medico, non sa neanche se fa freddo o caldo. Questa però è stata la prima settimana senza dolore, abbiamo programmato che la prossima settimana possa tornare in campo con il preparatore atletico. Non mi aspetto Smalling nelle prossime 2/3 settimane, è in ritardo”.
Se lo aspetta prima del 2024?
“Ni, speriamo”.
E’ necessario avere empatia anche con la proprietà oltre che con la squadra? C’è empatia con i Friedkin o non è importante?
“Dipende da come la vedi. Con la squadra lavori ogni minuto, si sta insieme, è come una famiglia. Con la proprietà è diverso, sono a un livello superiore rispetto a me. Io sono pagato per non creare problemi alla proprietà, quindi si deve fidare del mio lavoro. L’altro giorno mi hanno chiesto l’ultimo volta che avessi parlato con Friedkin, se tu oggi mi chiedi quando ho parlato con loro è stato ieri. Noi lavoriamo. Non abbiamo parlato di contratto”.
E’ arrivato il momento che la squadra risponda ai 60mila dell’Olimpico? In questa stagione la squadra ha dato meno di quello che può fare.
“Non sono sicuro che la squadra abbia dato meno di quello che può fare, ma dobbiamo dare sicuramente di più. Dobbiamo dare sempre di più, non devono esserci limiti. Abbiamo ottenuto risultati negativi, ma non sono mai mancati il rispetto per la gente e la professionalità. Nelle partite casalinghe riusciamo a dare qualcosa in più anche negli ultimi minuti, fuori casa invece ci manca un po’ di mentalità che ho sempre avuto durante la mia carriera, ovvero godere l’antagonismo di giocare fuori casa. A volte mi piace giocare più fuori casa che in casa. Noi non godiamo molto fuori casa, c’è gente a cui piace il conforto di casa. Ho avuto delle squadre che dentro il pullman provocano la gente fuori prima di arrivare allo stadio, volevamo qualcosa per esaltarci di più. Dobbiamo migliorare sotto questo livello, fuori casa possiamo fare un ottimo risultato oppure perdere contro lo Slavia Praga e contro il Bodo. Dobbiamo trovare questa mentalità. Ci sono tifosi che fanno un grande sforzo per arrivare in trasferta”.
Senti la difficoltà quando manca qualche giocatore?
“C’è sempre un progetto di squadra, ma si fa fatica quando manca continuità. Faccio fatica io nella programmazione e anche i giocatori quando si spostano di posizione. Siamo più forti con Sanches in transizione, siamo più forti con Paredes nell’organizzazione di gioco e nel controllo. La Lazio, a cui piace avere il controllo della palla, ha avuto lo stesso possesso palla nostro, ci è mancato il cambio di velocità. Abbiamo giocato più nella loro area che viceversa, ma ci è mancata l’esplosività. Sanches non è infortunato, ma in queste due settimane ha interrotto il recupero a causa di un piccolo problema, si è allenato solo ieri con la squadra. Pellegrini ha lavorato duramente in queste settimane per tornare in buone condizioni, Sanches invece non ha avuto continuità nel lavoro, si allenerà da oggi a giovedì o a domenica prossima. Domani non gioca, neanche in panchina. E’ un giocatore potenzialmente molto bravo”.
Ti confronti con la società per quanto riguarda la protezione della squadra?
“Ho qualche qualità e tanti difetti. La gente vicina a me sa tutto quello che penso, sono così e non risparmio le parole. Nel lavoro sono un libro aperto, tutti sanno quando sono felice o meno”.
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