(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle di Lazio-Roma, derby valido per la dodicesima giornata di Serie A:
RUI PATRICIO 7 – Dopo le tante critiche ricevute ad inizio stagione, merita un plauso per la super parata su Romagnoli nel primo tempo. Attento e deciso, tralasciando il corner regalato alla Lazio nella ripresa.
MANCINI 6 – L’ammonizione, la solita ormai conoscendolo, che subisce dopo pochi minuti lo condiziona palesemente. Quanto meno è ordinato e più corretto del solito, anche se palla con i piedi è tutt’altro che preciso.
LLORENTE 7 – L’assenza di Smalling è la mancanza meno disastrosa per questa Roma, perché lo spagnolo si batte come un leone, rendendo Immobile più evanescente che mai. L’unico errore della sua partita, un pallone regalato a Pedro in ripartenza, viene risolto da Llorente stesso con reattività. Duro.
NDICKA 6,5 – A parte un giro palla troppo lento e prevedibile, c’è poco da dire sulla prova del mancino ivoriano. Anche lui prende un giallo troppo sbrigativo, ma sa contenere le sue esuberanze e gioca con una certa sicurezza. La fiducia cresce.
KARSDORP 5,5– La sua principale occupazione è tenere a bada Pedro, Luis Alberto e Marusic, che gravitano dalle sue parti. Nella copertura difensiva poco da dire ma nell’avvio di gara si trova due volte in area e almeno in un’occasione poteva e doveva fare meglio, invece calcia fuori con il destro da pochi metri. (dal 85′ CELIK S.V. – Fa rifiatare il compagno di reparto, pensando solo a contenere).
CRISTANTE 6 – Da incursore di certo si trova più a suo agio che da regista ma nella transizione manca di passo. Duello senza esclusive di colpi con Guendonzi, Cataldi e Luis Alberto, con buoni ripiegamenti all’indietro per non lasciare sguarnita la fascia destra. Purtroppo anche lui pecca quando c’è da avvicinarsi alla porta avversaria, con poca lucidità e incisività.
PAREDES 5 – Semplicemente non è utile. Gioco sul corto molto fine a se stesso, pochissime verticalizzazioni e nervosismo esasperato. Per arrivare da Dybala e Lukaku, non avendo un box to box vero e proprio servirebbe da lui maggiore precisione e intuizione, cosa che manca sempre. Rispetto a Matic è un super downgrade.
BOVE 6 – Nulla da dire sull’applicazione e sulla voglia di aggredire. Corre per oltre 70’ senza sosta, fino ad arrivare ai crampi. Poi però c’è anche una partita con la palla fra i piedi e li iniziano i dolori. Sbaglia uno stop veramente semplice a certi livelli che poteva portare al gol del vantaggio. Sta diventando un titolare inamovibile e questo è un bene ma anche un campanello d’allarme sul livello della squadra. (dal 82′ SANCHES 5,5 – Cambio tardivo, perché un Renato al 40% è forse più utile di molti altri. Peccato che si veda poco ed al piccolo trotto).
SPINAZZOLA 6,5 – Sicuramente il migliore dei giocatori di movimento. Nel primo tempo e nella prima parte del secondo è sempre una spina nel fianco per Lazzari e compagni. Arriva spesso sul fondo mettendo qualche pallone interessante, poco sfruttato. Non poteva i 90’ nelle cambi e forse sarebbe potuto uscire anche prima. (dal 90′ KRISTENSEN S.V. – Nel recupero dentro per contenere l’amico Isaksen).
DYBALA 5,5 – Uno stop sotto la Tevere vale il prezzo del biglietto, purtroppo però il calcio non è solo estetica. Non riesce ad arrivare mai al tiro e questo è un segnale. Il pallone servito a Bove è delizioso ma la conclusione diretta non sarebbe stata sbagliata. Anche di testa avrebbe avuto una buona chance ma impatta male, dal basso verso l’alto. La condizione è quella che è e purtroppo continua ad essere un suo grande limite. (dal 82′ AZMOUN S.V. – Pochi minuti con generosità ma senza strusciare il pallone).
LUKAKU 5,5 – Servito pochissimo dai compagni, si ritrova da solo contro tutti. Quel paio di volte che riesce a liberarsi di Patrick diventa pericoloso, il problema è che deve coprire 50 metri prima di arrivare dalle parti di Provedel. Averlo sfruttato per 90’ tutte le partite lo ha portato in piena riserva a questo punto della stagione. Senza il suo strapotere la Roma ne esce depotenziata.
ALL. MOURINHO – Un pareggio che non apre il fronte di crisi ma che di certo non può lasciare soddisfatti. Forse nella ripresa si poteva osare qualcosa di più nei cambi, specie dopo aver visto una Lazio alle corde per almeno 20’. Il materiale a disposizione e già piuttosto limitante e alcuni di quelli che ha nemmeno fanno al caso suo. Così diventa dura.