Il mercato di gennaio è appena iniziato ma ha già preso una brutta piega per la Roma. La necessità di prendere un difensore era nota da molto tempo, come ricordato anche da Mourinho in conferenza stampa. La trattativa Bonucci è naufragata per volere popolare e le alternative latitano. L’ultima ora parla di un inserimento sul prestito di Huijsen dalla Juventus al Frosinone, con il classe 2005 che sarebbe stato convinto dallo Special One ad accettare la corte giallorossa.
Per ottenere qualcosa di diverso bisognerebbe prima vendere e crearsi un budget da investire. Il problema è che il capitolo cessioni è bloccato da due fattori: una mancanza di contatti ormai nota da tre anni e un pugno duro che non sta dando i propri frutti. Tiago Pinto si era definito qualche tempo fa come “un tedesco”, nel senso di ferreo e inamovibile nelle trattative. A conti fatti, però, questo atteggiamento ha portato solo problemi al mercato romanista.
Basti ricordare cosa avvenuto con Zaniolo, già destinato alla cessione nell’estate del 2022, salvo poi venir venduto a gennaio in fretta e furia al Galatasaray. Voler ottenere per forza 40 milioni ad agosto ne ha portati 15 nelle casse a gennaio.
La stessa cosa è avvenuta con Diawara, con l’Herta Berlino pronto ad investire 3 milioni e alla fine andato all’Anderlecht per circa la metà.
La lista si allunga a Frattesi, ma questa volta in entrata, con il centrocampista ex Sassuolo che un anno fa era vicinissimo al trasferimento a Trigoria, ma il tutto sfumò per meno di 2 milioni.
Adesso è la volta di Vina, cercato con insistenza dal Flamengo ma bloccato dalla richiesta di 10 milioni di euro per il cartellino. Per 5-7 milioni si potrebbe anche chiudere ma non sarà così.
Queste prese di posizione, quasi a dimostrare il proprio valore, hanno portato ad un effetto controproducente sia sui conti che sul rafforzamento tecnico e ancora una volta Mourinho dovrà fare di necessità virtù con quello che passa il convento, che francamente è troppo poco.
Angelo Papi