(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle di Roma e Atalanta al termine del posticipo della 19.a giornata:
RUI PATRICIO 7 – Beffato subito dal colpo di testa di Koopmeiners da pochi passi, si salva invece con un grande intervento di istinto su De Ketelaere. Sicuro in un paio di uscite, chiude con un risentimento al polpaccio.
KRISTENSEN 6,5 – Si riscopre jolly difensivo a sorpresa, giocando nel primo tempo da braccetto destro e nella ripresa slittando sulla parte opposta a sinistra. Fa tutto con grande concentrazione, perdendo solo un pizzico di brillantezza nel finale. Ma l’utilità è indiscutibile.
MANCINI 7 – Era dai tempi proprio dell’Atalanta di Gasperini che non lo si vedeva leader centrale della difesa a tre. L’ex di turno gioca a petto in fuori, lasciando a distanza i dolori muscolari e la tanto spaventevole nevrosi. 2-3 anticipi secchi su Scamacca sono da applausi a scena aperta.
LLORENTE 5,5 – Il meno brillante della difesa a tre nel primo tempo, tanto da perdersi Miranchuk nell’azione che porta al gol dell’Atalanta. Meno deciso del solito, anche perché frenato da un risentimento all’inguine. (dal 46′ HUIJSEN 6,5 – Il suo debutto in giallorosso è ricco di personalità e testa. Ciò che colpisce è la naturalezza con cui gioca palloni in verticale e la buona aggressività in fase di pressione. Sfiora persino il gol che gli avrebbe reso la domenica indimenticabile).
KARSDORP 5 – Il più classico dei vorrei ma non posso. Tanta corsa ma alla fine un completo annullamento con Ruggeri. Gli uno contro uno non li prende più nemmeno in considerazione, appoggiando spesso centralmente. Ha sulla coscienza anche il gol dell’Atalanta, con una marcatura rivedibile su Koopmeiners. (dal 65′ CELIK 6 – Senza infamia e senza lode. Contiene dalle parti di Zappacosta e prova a farsi vivo in sovrapposizione, senza guizzi).
BOVE 7 – Anima e corpo di questa Roma. Sempre nel vivo del gioco, dal 1’ al 90’ e questa volta anche con buona qualità nelle giocate. Passaggi filtranti (vedi quello per Spinazzola) e recupero palla costante sulla trequarti. Mette un’intensità almeno pari a quella proverbiale dell’Atalanta. Gli manca solo il gol dopo 12 km di sforzo
CRISTANTE 6 – Parte da centrale e chiude da mezzala, dopo l’ingresso di Paredes. Di certo meglio in mezzo al campo che dietro, con un duello senza esclusione di colpi con De Roon. Non è forse al 100% della brillantezza ma l’utilità non è mai discutibile. Uno e trino.
PELLEGRINI 6 – Il primo tempo è sicuramente incoraggiante per condizione e disponibilità. Qualche discreta iniziativa personale e le solite tante botte prese. Purtroppo i sue duetti con Dybala e Lukaku mancano sempre di un pizzico di precisione. (dal 73′ PAREDES 5,5 – Siamo alle solite: ordinato e preciso tatticamente ed in fase di recupero, lento e prevedibile quando c’è da giocare in verticale. Ex regista).
ZALEWSKI 5 – Non ha mai la lettura giusta dell’azione. Si isola bene sulla corsia per cercare di creare la superiorità numerica ma al momento del dribbling c’è sempre qualcosa che non va. Quelle poche volte che raggiunge il fondo non ha l’adeguata precisione al cross. I difetti sembrano essere sempre li stessi, pur passando il tempo. Mourinho lo sta mettendo sempre da titolare ma fa poco per meritarmelo. (dal 65′ SPINAZZOLA 5 – Il rigore conquistato con la Cremonese è stato un fuoco di paglia. Il suo ingresso è demotivato, fatto di qualche tentativo di sgroppata costantemente concluso con cross fuori misura. Pure il comodo assist a Lukaku, cestinato dal belga, non è apparso preciso. Status da ex).
DYBALA 6,5 – È vivo e vivace. Soliti squilli di classe che ravvivano la manovra e creano scompiglio. Purtroppo non ha mai la vera chance di concludere in modo pulito, sia per la scarsa precisione dei compagni che per la tenuta della difesa atalantina. Nel finale Mou lo toglie per non rischiare in vista di mercoledì. (dal 84′ EL SHAARAWY 6 – Da applausi la sgroppata nel finale con cui salta due uomini e costringe il giallo a Holm).
LUKAKU 6,5 – Una delle note più liete della serata è di certo la crescita di condizione del centravanti belga. Immancabile per i centrali bergamaschi che non sono in grado di fermarlo spalle alla porta, consentendogli di creare scompiglio con le sponde. Molto meglio di tante altre volte in cui il gol aveva costituito il pasto principale della sua cena. Un vero peccato non aver mai trovato lo specchio nonostante una grande mole di lavoro per costruirsi le occasioni.
ALL. MOURINHO – Una bellissima gara ad alta intensità, preparata bene e giocata all’altezza. Una delle migliori versioni di Roma di quest’anno che alla fine deve arrendersi ad un pizzico di sfortuna e ad un Aureliano come al solito discutibile. Ora tutta la stagione passa da mercoledì.