(K.Karimi – A.Papi) – Le pagelle di Roma-Verona, match vinto dai giallorossi non senza qualche affanno:
RUI PATRICIO 5 – Inoperoso per tutto il primo tempo, va nel pallone sul tiro da lontanissimo di Folorunsho, restando decisamente sorpreso e controtempo. Un difetto che lo accompagna da tutta la carriera, quello di non leggere le conclusioni ad effetto dalla distanza.
KARSDORP 6,5 – Versione pre Sassuolo-Roma, quando ancora era alleato di Mou. Spinge, difende, trova spesso la posizione giusta per donare ampiezza al gioco e accompagnare l’azione offensiva. Molto più in sofferenza nella ripresa quando bada a difendere.
HUIJSEN 6 – Da apprezzare con la personalità con la quale affronta sia i contrasti che le giocate palla al piede. Sfiora il gol per due volte ma anche lui balbetta sugli assalti finali dell’Hellas.
LLORENTE 5 – A lui stasera le chiavi della difesa, visto che gli altri titolari del reparto danno forfait. La sua gara è un’alternarsi di duelli sprezzanti con Djuric, di errori in impostazione e di interventi più goffi che efficaci. Il rigore nasce da un salto a braccia aperte che andava evitato.
SPINAZZOLA 6 – Partito con buona gamba, spesso anche basso in fase di impostazione per non allungare troppo la squadra. Peccato per l’ennesimo stop muscolare, poiché le combinazioni con El Shaarawy sembravano più che promettenti. (dal 28′ KRISTENSEN 5,5 – Ennesimo ruolo diverso in cui viene schierato in giallorosso, stavolta da terzino sinistro. Spinge meno e accompagna poco, ma si rende utile con la sua fisicità in difesa).
BOVE 7,5 – Nettamente uno dei migliori, per quantità e qualità. Cambia il tecnico ma non cambia il suo atteggiamento, da vero romanista. Recupera mille palloni, in scivolata e in contrasti difficili, stile Nainggolan, sfoggiando anche la scivolata ad arpione. Novanta minuti di grande applicazione e sostanza.
PAREDES 6 – Gestisce il palleggio e risulta utile soprattutto nel primo tempo, quando c’è una supremazia che può avvantaggiare le sue caratteristiche. Quando cala l’intensità di squadra uno dei primi a pagare dazio è lui. L’ammonizione rimediata lo escluderà contro la Salernitana, evitando a De Rossi l’imbarazzo della scelta tra lui e Cristante.
PELLEGRINI 7 – Nel primo tempo si rivede un Pellegrini quasi dimenticato. Il bel gol è solo il frutto di una prestazione finalmente ad alto livello (per 45’) con giocate tecniche pregevoli e ritmi alto. Da mezzala nel centrocampo a tre ritrova meccanismi oliati dai tempi di Sassuolo. Anche lui cala nella ripresa come il resto della squadra.
EL SHAARAWY 7,5 – Due assist per Pellegrini e Lukaku e una prima frazione a tavoletta. Sembra andare al doppio rispetto a prima, riportato nel ruolo di attaccante esterno. Salta quasi sempre l’uomo e mantiene la lucidità nei momenti decisivi. Verrebbe da chiedere se c’era bisogno di allontanare Mourinho per rivedere lui e altri così. (dal 80′ BELOTTI 5,5 – De Rossi si affida al Gallo per dare energia e generosità. Ma ottiene ben poco, tra cui un paio di ripartenze malamente gestite).
DYBALA 6 – L’unico che sembra non ritrovarsi nel buonissimo primo tempo giocato dalla Roma. Spostato leggermente sulla destra sembra aver smarrito la centralità del gioco, costretto a ricevere palla in mattonelle poco gradite. Purtroppo un piccolo problema muscolare lo costringe ad alzare bandiera bianca prima del dovuto, con tanto di gesto di stizza in panchina. (dal 58′ ZALEWSKI 5 – Entra da esterno destro alto, finisce a fare il quinto a sinistra. In mezzo le solite incertezze, le giocate che non gli riescono più, una lucidità che non è mai di casa. Discorso delicato).
LUKAKU 7 – Il gol che iniziava a mancare da troppo arriva puntuale in apertura. Dalle sue parti arrivano più palloni giocabili e lui non si fa pregare. Quando c’è da aiutare la squadra è sempre piuttosto utile, anche se avrebbe potuto essere un minimo più lucido nell’area di rigore avversaria.
DE ROSSI – La prima allo Stadio Olimpico non la scorderà mai. A differenza di Spalletti, sempre contro il Verona, lui subentra con una vittoria e questo è un grande merito. Il calo della ripresa è un tema da analizzare per il futuro, così come qualche meccanismo difensivo. Di certo la buona fluidità del gioco e il palleggio insistito sono la base da cui ripartire. Purtroppo le fragilità fisiche della rosa (vedi Spinazzola) non si annullano nemmeno con il suo avvento.