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Le PAGELLE di Roma-Feyenoord 5-3 dcr: Svilar è l’eroe della serata. Pellegrini rimette le cose apposto, Lukaku è l’ombra di se stesso

(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle del playoff di ritorno di Europa League Roma-Feyenoord:

SVILAR 9 – La sicurezza che sta dimostrando in questa fase, sia tra i pali sia nel gioco con i piedi, è ciò che serviva. Annulla due rigori del Feyenoord nel momento clou, dando una spinta alla qualificazione giallorossa. Futuro.

KARSDORP 5 – Siamo alle solite, tanta corsa ma poca precisione e scelte improbe. La domanda è perché l’olandese continui ad essere la prima scelta sulla destra. Forse perché la concorrenza non è un granché. (dal 67′ CELIK 6 – Nonostante abbia caratteristiche più difensive di Karsdorp, riesce a rendersi pericoloso nelle sue sgroppate offensive. Si fa saltare però troppo facilmente da Hartman).

LLORENTE 6 – In una partita dove si corre e si lotta, affidarsi allo spagnolo è scelta ideale. Meno bene nel giro palla, ma dà il suo contributo di concentrazione, non senza sbavature. (dal 85′ NDICKA 7 – Cambio obbligato che diventa fortunato, vista lo spessore con cui entra il neo campione d’Africa. Tosto e preciso).

MANCINI 6,5 – Tolta la deviazione fortunosa di spalla, Gimenez è inerme al suo cospetto. A tratti il mister Hyde che è in lui torna a farsi sentire, con qualche fallo sciocco di troppo su Ueda e compagni. Ma regge l’urto e questo è già importante.

SPINAZZOLA 6,5 – Non si può parlare di partita continua e senza macchia, ma almeno dimostra di avere gamba e concentrazione dalla sua parte. Nel primo tempo è l’uomo in più della Roma tra scatti, cross e frenate. Meno aggressivo nella ripresa, anche perché l’ingresso di Minteh lo limita molto. (dal 106′ ANGELINO 6,5 – Motorino sempre pericoloso, anche se i compagni non seguono le sue traiettorie. Poteva entrare prima).

CRISTANTE 6,5 – Meno appariscente di altre volte ma utilissimo nello sporcare le linee di passaggio avversarie e ribaltare il fronte d’azione. Inserimenti non sempre puntuali ma con una costante pazzesca, di cui la squadra ha bisogno. Si è trasformato in un ottimo scudiero di Paredes.

PAREDES 7 – Il motore della Roma è diventato lui. Che si tratti di salida a la volpiana o di tenere unito il centrocampo, ha poco importanza, dove serve lui c’è sempre. Glaciale dal dischetto come primo rigorista della serie, mette la ciliegina ad una prestazione già molto consistente. Regista e randellatore.

PELLEGRINI 7,5 – Soltanto un piccolo problema fisico l’ha fermato proprio sul più bello. Nel momento più difficile, dopo il vantaggio a freddo del Feyenoord, si inventa un tiro a giro dal limite dell’area che rimette subito le cose apposto. Sempre presente in entrambe le fasi, ha piglio e risolutezza, oltre ad ottime letture tattiche. Purtroppo la tenuta fisica è la sua unica condanna. (dal 71′ AOUAR 6,5 – Le qualità tecniche ci sono tutte, peccato che non le sfrutti sempre a pieno. Il rigore calciato è chirurgico, se avesse più gamba e meno titubanze sarebbe una risorsa).

DYBALA 6,5 – Il cuore davvero non gli manca, così come quel magnifico sinistro con cui stoppa anche le arance. Il problema è che in questo nuovo sistema di gioco vuoi o non vuoi lui non sembra così centrale e vitale. Non è una questione di posizione in campo ma proprio di principi e schemi. A volte si immalinconisce perdendo quel brio che quando c’è è da leccarsi i baffi. Un paio di duetti con Lukaku avrebbero meritato miglior sorte. (dal 102′ BALDANZI 6 – Cerca di accendersi e sbloccarsi, ma è ancora un pizzico timido ed in ritardo).

EL SHAARAWY 6,5 – Finché ne ha ce la mette tutta per allungare la squadra sulla sinistra e servire sempre soluzioni ai compagni. Serve l’assist a Pellegrini (solo per le statistiche visto che è un normale passaggio in orizzontale al limite dell’area) e sembra pimpante nell’uno contro uno. Qualche scelta nei 16 metri poteva essere migliore. (dal 91′ ZALEWSKI 5,5 – Riesce a far infuriare ma allo stesso tempo gioire i suoi tifosi. Sbaglia la maggior parte delle chance che ha in ripartenza, ma insacca il rigore del passaggio del turno. Enigma).

LUKAKU 5 – La sua partita si accende tra il 119’ e il 120’, quando prima si vede parare un diagonale ben indirizzato all’angolino e sugli sviluppi del calcio d’angolo seguente manda fuori di poco un colpo di testa in piena area. Tutto quello che c’era stato prima è altamente insufficiente, così come il rigore sbagliato nella lotteria finale (cosa super insolita per uno freddo dal dischetto come lui). Non è giornata, non è periodo.

ALL. DE ROSSI – Non può avere il pedigree di Mourinho in Europa ma alla fine porta a casa lo stesso risultato contro il Feyenoord, ovvero la qualificazione. Lo spazio lasciato sul primo gol deve far riflettere e lavorare, perché a livelli più alti può essere fatale. Buona la reazione e anche la gestione dei cambi, con tutti i subentrati che hanno dato il proprio contributo. Conferma ancora una volta di avere una buona stella in panchina, roba che anche Napoleone e Liedholm approverebbero.

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