G-L1M4S2TMG9
Il Cialis è noto per il trattamento della disfunzione erettile, migliorando il flusso sanguigno e facilitando l'erezione. Questo effetto benefico è apprezzato non solo in ambito medico, ma può anche influenzare positivamente altri aspetti della vita quotidiana. Per esempio, nel contesto sportivo, un miglioramento della circolazione può aiutare a ottimizzare le prestazioni e la resistenza. Il Cialis, quindi, può avere applicazioni sorprendenti al di là del suo uso principale. Per chi cerca un approccio discreto, è possibile acquistare Cialis online senza ricetta con facilità e privacy.

Roma-Feyenoord, DE ROSSI: “Vittoria romanista, grande stadio. Svilar forte di testa, Pellegrini un esempio” (VIDEO)

Ai rigori passa la Roma: i giallorossi battono il Feyenoord nel ritorno del playoff di Europa League e si qualificano agli ottavi della competizione. Dopo la sfida il tecnico giallorosso Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:

POSTPARTITA

DE ROSSI A SKY SPORT

Da dove vogliamo partire?
“Era la mia prima notte europea all’Olimpico da allenatore ed è bello che sia finita così. Vittoria meritata, nel primo tempo li abbiamo messi davvero in difficoltà. È il modo più bello per vincere, molto romanista e al cardiopalma. Ci siamo scrollati un po’ di fatalismo e quei ‘Mai ‘na gioia’. Iniziamo a cambiare pagina anche sotto questo punto di vista, spesso vinciamo anche noi. Sono contento, bella squadra e grande stadio”.

Svilar ha dimostrato di avere veramente i nervi saldi.
“È precoce ma è forte, soprattutto di testa. È supportato dalla squadra, abbiamo grande fiducia in lui ed è supportato anche da Rui Patricio, che è un uomo meraviglioso. Non è solo fortuna, ma poi c’è il momento e i nervi sui rigori. È stato veramente bravo”.

Pellegrini?
“Giusto che si tolga queste soddisfazioni, è giusto che ci sia il suo nome in questa serata bella. Nello spogliatoio ho detto che è presto fare i festeggiamenti perché non sono neanche gli ottavi… Pellegrini ha vissuto momenti in cui veniva messo in discussione, mi dispiace perché è un esempio e un grande giocatore”.

La corsa sotto la Sud?
“È un ringraziamento allo stadio. Mi vergogno ad andare sotto la Sud ora, da giocatore era più automatico, non vorrei esagerare ma questa gente andava ringraziata. Al nostro arrivo hanno tirato su il pullman… C’è un affetto gigante da sempre, cerco di essere più freddo e moderato, ma non devono pensare che sia cambiato. Mi trattengo per non saltare sul cancello come facevo da calciatore, anche perché ora non ce la faccio”.

A che punto siamo con il lavoro?
“Sono stracontento per quello che vedo, considerando anche il poco tempo che abbiamo avuto. Abbiamo tante cose da fare e da perfezionare, ora dobbiamo lavorare sui concetti e sul non stravolgere troppo. Nel primo tempo meritavamo di stare ampiamente in vantaggio”.

La Roma non vinceva ai rigori all’Olimpico dal 2002 in Coppa Italia contro la Triestina: si ricorda chi calciò quel rigore?
“Non mi ricordavo fosse il primo. Quella nella mia testa era più importante di questa partita, erano una delle prime partite e decidere se alzare la mano e tirare fuori gli attributi o rimanere a guardare. È stata la prima conferma a me stesso, quella era la mia finale di Champions. Questa però forse è una serata migliore. Avevamo dei rigoristi pronti a battere l’ultimo rigore e non è scontato. Angelino voleva batterlo, ma lo hanno tirato altri. Quando tutta la squadra vuole batterlo è un grande segnale”.

Questa Roma perché non dura 90 minuti?
“Ogni partita ha la sua spiegazione, ma è vero che non teniamo 90 minuti ai ritmi del primo tempo. Il Feyenoord è costruita per fare la Champions, ha ottimi giocatori. Abbiamo speso tanto a livello fisico, ci può stare essere più stanchi. Dobbiamo lavorare e capire il motivo preciso con l’obiettivo di tenere il campo in maniera migliore. Al 120’ i calciatori hanno fatto un grande scatto, la voglia c’era ancora, ma il portiere ha fatto un miracolo”.

DE ROSSI AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA

Vittoria meritata. Nel secondo tempo c’è stato più equilibrio, loro hanno tenuto meglio il campo e noi siamo stati meno arrembanti. Nel primo tempo abbiamo tirato 4-5 volte in porta in maniera abbastanza pericolosa, siamo stati bravi nelle pressioni e li abbiamo sempre fatti calciare, loro sono abituati a palleggiare bene. I ragazzi sono stati incredibili sui duelli, giocare uomo a uomo per 120 minuti non è facile. Sono contento soprattutto per il primo tempo dove magari potevamo chiudere in vantaggio. Ma anche così ha un bel sapore e dà risposte magari diverse”.

C’è stato un momento in cui siamo stati molto intelligenti…
“Renzo Ulivieri dice sempre che bisogna preparare 3-4 partite, al corso ha raccontato questa cosa. Non è facile però cerchiamo di preparare due atteggiamenti. Quando giochi con le squadre forti sai che ad un certo punto possono prendere il sopravvento perché sei un po’ più stanco, perché sono bravi o perché vuoi riposare. Quando palleggiavano dovevamo tenere ed essere più cauti, è un atteggiamento che abbiamo mantenuto per tanto tempo con queste scalate alte sull’uomo. Sono contento della maturità che hanno messo in campo i ragazzi”.

Cosa ha pensato ai calci di rigore?
“Ero sereno stranamente, qui a Roma abbiamo questa cosa da brutti anatroccoli, del “Mai na’ gioia” che dobbiamo scrollarci di dosso. Siamo forti, tecnici, sappiamo battere i rigori e abbiamo carattere per non dire un’altra cosa. In 6 lo volevano battere. Male che va perdi, ma durante ero tranquillo. Ho pensato ad una frase che mio padre mi diceva quando ero bambino: ‘Chi sbaglia per primo vince’. Dopo ho pensato a Juric, perché me lo sono immaginato davanti alla tv che gode a vederci giocare 120 minuti: il Torino è una squadra fortissima dal punto di vista atletico. Ero contento, ho festeggiato sotto quello spicchio di tifosi che mi ha dato tanto nella mia vita. Ho voluto ridargli un abbraccio, avrei dovuto fare tutto il giro ma era troppo per sedicesimo di finale. Vorrei ringraziare i tifosi, sono stati fantastici”.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

Vittoria storica ai rigori?
“Quando vai ai rigori vinci o perdi e questa maledizione prima o poi doveva finire. È una spallata al fatalismo, siamo una squadra forte e non ci dobbiamo sentire dei brutti anatroccoli. Meritavamo di passare viste le due partite. Avevo 6-7 giocatori che volevano battere i rigori, ero sereno, li ho visti super carichi e pronti a riprendersi questa responsabilità”.

Come hai scelto i rigoristi? 
“Non è stata una scelta predeterminata. Ieri quando parlavamo ci siamo soffermati su chi aveva battuto i rigori e abbiamo analizzato chi li aveva calciati bene e Mancini mi diceva che Zalewski non li aveva mai sbagliati. Sono contento per lui perché è un ragazzo fantastico. Poi c’è Svilar che ha parato due rigori e un portiere che non ha giocato e ha festeggiato come se li avesse parati lui. Rui Patricio è un grande uomo”.

Che significa l’abbraccio a Lukaku?
“Il rapporto con lui è meraviglioso. È un professionista incredibile e al 121′ ha fatto uno scatto che per poco non ci portava agli ottavi. Ho abbracciato tutti nella stessa maniera. Inizio a voler bene a questi ragazzi, mi sono affezionato. Mi hanno accolto benissimo e mi hanno dimostrato che quello che dicevo io era credibile. Si fidano e vanno a duemila in allenamento. Ora è presto per fare i dvd”.

Come stanno i calciatori dopo questa maratona?
“Llorente ha avuto un trauma cranico, ma penso non sia nulla di grave. Un altro paio di giocatori sono stanchi e acciaccati. Pellegrini sentiva il solito flessore duro e contratto. Poi sono contento che Aouar sia entrato bene”.

Hai superato l’esame per restare l’allenatore della Roma?
“Gli esami non finiscono mai. Ne abbiamo uno ogni tre giorni, ma non mi sento sotto esame. Ai ragazzi per motivarli parlo di volontà. Io devo scattare, non penso a quanto durerà. Mi sto godendo questo lavoro e ogni tanto mi scoccia pensare al Torino, perché vorrei godermi una serata così. Non riempiamo il Circo Massimo, ma dobbiamo essere felici di notti come queste”.

Top