Dopo il pareggio al Franchi e il passaggio del turno in Europa League, la Roma torna a vincere in campionato: allo Stadio Olimpico i giallorossi battono 1-0 il Sassuolo nella 29esima giornata di Serie A grazie ad un super gol di Pellegrini. Dopo il successo il tecnico giallorosso Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:
POSTPARTITA
DE ROSSI A DAZN
Quanto era importante questa vittoria, ma soprattutto vincere una partita così complicata?
“Fondamentale vincerle tutte. Abbiamo iniziato questa rincorsa e all’inizio non tutti ci credevano come ci credevamo noi, le avversarie stanno andando velocissime quindi devi vincerle tutte. Quando ne vinci tante come stiamo facendo noi, qualcuna la vinci passeggiando mentre in altre fai più fatica. Il Sassuolo è stato bravo, noi meno brillanti e statici. La Roma però non è la prima volta che vince grazie al guizzo dei suoi campioni. Sono contentissimo”.
Cos’è Pellegrini per De Rossi?
“Non posso lamentarmi di lui, ha segnato praticamente in tutte le partite. Pellegrini è il capitano della Roma e non è facile farlo, questo ruolo porta con sé mugugni. Quando le cose non vanno bene sei il primo a essere bersagliato. Ora la gente mi ama e mi dedica striscioni, ma nei momenti difficili ero sempre nell’occhio del ciclone. Pellegrini porta questa fascia con una maturità che mi ha stupito, io l’ho lasciato che era un ragazzo giovane, ora sono tornato e ho trovato un vero capitano. Non basta avere la fascia per esserlo. Lui aiuta i compagni, è professionale e inoltre è fortissimo. Sono contento che vada in Nazionale, quello è il suo livello”.
Si diceva che fosse impossibile arrivare in Champions con questa rosa, ma lei sta dimostrando il contrario.
“Io l’ho sempre detto dall’inizio, la Roma ha una squadra che deve lottare per quel traguardo lì. La Roma è inferiore a Milan, Inter e Juventus, ma contro le altre possiamo giocarcela. Il calcio non è solo numeri e monte ingaggi, altrimenti il Bologna sarebbe decimo/undicesimo. Noi per primi dobbiamo credere in noi stessi, se non lo facciamo è difficile fare punti”.
Quanto inorgoglisce aver vinto con sofferenza? Questa squadra ha altri margini di miglioramento?
“Ho fatto parte di squadre della Roma fortissime, ma c’erano anche delle partite che si vincono in questo modo, con un paio di guizzi e giocate dei singoli. Il Sassuolo ha tanti giocatori forti, la classifica che ha non rispecchia il loro valore. Abbiamo avuto qualche occasione per chiuderla prima, ma non vincerla sarebbe stata una mazzata. Sarebbe stato duro tornare a lavorare dopo la sosta con due punti in meno, in un modo o nell’altro bisognava vincere”.
Si aspettava una situazione più difficile quando era arrivato?
“Non è facilissimo. Magari c’è bisogno di qualche capello bianco in più per gestire le cose quando l’atmosfera è un po’ calda, invece sono stato fortunato a trovare questa opportunità di lavoro e una società e un gruppo di giocatori che si sono fidati di me. Manca tantissimo ancora, quindi possiamo fare ancora meglio o peggio se non saremo pronti a rimetterci in gioco in questi due mesi”.
Il suo ricordo più bello da allenatore della Roma?
“Non saprei. Oggi ho ricevuto un coro, uno striscione e un abbraccio ideale da parte dei tifosi. Ricevere queste dimostrazioni di affetto sotto un’altra non ti lascia indifferente. Forse la prima partita è stata quella in cui mi sono emozionato di più, gli abbracci con i giocatori e con lo staff nello spogliatoio… Però ci sono state anche altre partite come quella col Brighton. A Trigoria viviamo bene, c’è una bella atmosfera”.
DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA
Al di là delle qualità tecniche, mi sembra che Pellegrini abbia una condizione atletica eccezionale. C’è qualche segreto?
“L’ultima volta qui mi avete detto che Dybala aveva una condizione atletica stratosferica, ho paura a rispondere a questa domanda (ride, ndr). Non lo so, perché è come se mi stessi chiedendo un paragone con prima. Io l’ho sempre visto così: ha grandissima qualità, capacità aerobiche importanti, fa 11/12 km a partita, segna e fa assist, fa anche tanta fase difensiva. Non potrei essere più contento dal punto di vista calcistico e anche dell’apporto che dà quotidianamente nello spogliatoio: è maturato, l’ho visto bambino, l’ho visto crescere e diventare un giovane calciatore, ora l’ho ritrovato come mio capitano, ad oggi è perfetto”.
È la vittoria più importante della gestione?
“Per me non è la vittoria più importante, è tanto importante perché non è facile fare un filotto di risultati positivi in due mesi. Nella vita da calciatore ho fatto delle belle cavalcate anche di 10-11 vittorie consecutive e non tutte le vinci giocando e massacrando gli avversari, con 3-4 chiare occasioni a partita. Ci sono anche gli avversari e il Sassuolo è una squadra con dei giocatori forti, al di là della classifica che ha, erano ben chiusi, ci aspettavano e ripartivano troppe volte anche per colpa nostra. Quindi, al netto delle occasioni che abbiamo avuto, perché le abbiamo avute, è una vittoria importante e meritata, che ci fa andare verso la sosta con positività. Un pareggio sarebbe stata una bella mazzata. Per quanto riguarda gli infortunati, Spinazzola ha sentito indurirsi il muscolo. Vedremo nei prossimi giorni, è un po’ presto. Non sembrava disperato ma a volte la prima sensazione non è necessariamente quella definitiva”.
Dybala?
“Ha una piccola lesione, dovrebbe rientrare anche abbastanza velocemente. Facciamo gli scongiuri, dovremmo averlo per la ripresa”.
Baldanzi non dal 1′ è stata una scelta tecnica? Visto il primo tempo moscio, nel secondo arrivavano più palloni: è stato un tema nell’intervallo?
“Baldanzi è uno degli interpreti che abbiamo più simili a Paulo (Dybala, ndr), con altre caratteristiche ma ricopre bene quel ruolo. È stata una scelta tecnica perché Aouar sta facendo grandi miglioramenti non solo fisicamente e tecnicamente ma anche perché riconosce quello che gli chiedo e che facciamo in campo. Tommaso ha fatto 90′ due giorni fa ed è uscito con un alluce molto gonfio, è stato un mix di tutto quanto. Ma aver fatto giocare Aouar non credo c’entrasse con il primo tempo moscio, come l’hai definito, anzi secondo me ha fatto anche quello che gli chiedevo. A fine primo tempo abbiamo parlato, sapevamo che ci avrebbero aspettato e che si sarebbero chiusi bene. A volte chiedi pazienza, di non buttare o sprecare palloni, abbiamo sbagliato troppo dal punto di vista tecnico. Ma a volte abbiamo avuto troppa pazienza, diventa un possesso palla troppo sterile se poi torni sempre indietro. Mentre gli altri hanno pazienza quando hanno la palla, il compagno deve andare altrimenti non hai mai verticalità e dai tempo agli avversari di chiudersi e magari ripartire in contropiede. Ho parlato di questo. Nell’intervallo ho detto ai ragazzi una cosa che non dirò più: ‘Per favore perdiamola, voglio perdere ma giochiamola, dribbliamo, tiriamo, facciamo qualcosa’. Era un po’ soporifera l’atmosfera e dovevamo dare un cambio di passo. Poi c’è stata una giocata di un giocatore incredibile”.
Su cosa può ancora migliorare la squadra? Un elemento su cui lavorerà in queste settimane di sosta?
“Può migliorare su tutto: riconoscere la differenza tra partita e partita, tra possesso palla e costruzione di un’azione, continuare a spingere sugli stessi tasti che abbiamo toccato in questi due mesi. Mi piace come i giocatori iniziano a riconoscersi in campo, la padronanza, la ricerca delle giocate col terzo uomo, ma non deve essere mai una cosa che ci lega alla costruzione del possesso palla. Dobbiamo cercare di trasformare il possesso palla in qualcosa di verticale e fastidioso per gli avversari. Lavoreremo sull’aspetto tecnico e recupereremo qualche giocatore, probabilmente Smalling e Renato Sanches. Quando fai buoni risultati dici sempre che la sosta non ci voleva, ma questa volta ci dà una mano e ci fa rifiatare. Non ho un’esperienza decennale da allenatore, questo è un bel frullatore per me un po’ perché la Serie A ha un livello alto e un po’ perché questo posto per me è diverso dagli altri posti. Questo ha significato tanto, ho dovuto fare tante cose e per fortuna ho avuto un gruppo di lavoro fantastico, giocatori superdisponibili e una società che mi ha spalleggiato e sostenuto in qualsiasi tipo di richiesta o di confronto”.
DE ROSSI AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA
“Sono partite che rischi di non vincere, non sei magari brillantissimo ma portarle a casa cambia dal giorno alla notte. Abbiamo visto la classifica prima della partita, l’abbiamo vista adesso e c’è un’altra musica. Un paio di mesi di lavoro forti, con tante partite, tante emozioni e tanti viaggi, chiuderlo per il momento con una vittoria era troppo importante”.
La pazienza di saper aspettare, gestire, di saper colpire, servono anche i guizzi come quello di Pellegrini. Insomma, tutto perfetto.
“Tutto perfetto no, però alla fine abbiamo creato le nostre occasioni, ne abbiamo concessa una troppo grande. Poi per il resto abbiamo gestito bene il possesso, anche se nella gestione di quest’ultimo ci mancava il guizzo per trasformarla in azione offensiva. Però nelle squadre di calcio ci sono anche giocatori fortissimi come Pellegrini che ti prendono e ti decidono la partita. A Roma ne abbiamo visti passare tanti, è sempre stato così e quando giocano squadre forti contro squadre piccole, abbiamo visto oggi Juve-Genoa, a volte gli fai quattro gol, a volte li massacri dal punto di vista del gioco, a volte un tuo giocatore te la decide. E così è stato”.
Quando ci sono momenti positivi a volte le soste interrompono i percorsi però a questo punto serviva un po’ tirare il fiato.
“Ci serve perché dopo due mesi una squadra, non solo noi, ha bisogno di respirare. Siamo subentrati esattamente due mesi e un giorno fa, abbiamo fatto tutto quanto di corsa, abbiamo cercato di lavorare in due mesi quello che poi altre squadre fanno in anni. Avevamo bisogno di una settimana senza partite anche se ci piace questa adrenalina qui, però ci permetterà di recuperare qualche giocatore che sarà fondamentale”.
Due mesi, qual è il bilancio emotivo di Daniele De Rossi?
“Emotivo…oggi ho vacillato. Perché tra lo striscione, l’inno, il coro col mio nome…non che non sia abituato perché queste accoglienze me le hanno sempre riservate. Però sotto un’altra veste, in un momento comunque importante della nostra stagione, al di là di quello che passa per la mia testa, sono stato tanto emozionato e felice”.
Abbiamo visto Dan Friedkin scendere con la squadra, la vicinanza della società sottolineata tante volte.
“Lo abbiamo detto mille volte. Ieri abbiamo parlato io, lui e Ryan un’ora. Parliamo di tutto, c’è un contatto frequente su qualsiasi cosa e ogni volta che c’è mezza cosa che chiedo mi viene messa a disposizione. Questo è il modo ideale per lavorare non per me ma per qualunque allenatore, una società vicina. Parlo di Maurizio Lombardo, di Lina (Souloukou ndr), tutte persone che mi stanno dando una mano perché sanno che sono entrato pronti via in una squadra così grande e con poca esperienza. Ne avevo bisogno, per fare le cose belle che abbiamo fatto finora, da solo non le avrei fatte. Avevo tanto bisogno del mio staff, dei giocatori che dessero tutto e della società che mi spalleggiasse”.