(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle del match di ritorno di Europa League, tra Bayer e Roma:
SVILAR 7 – L’uscita a vuoto che condanna la Roma e presuppone l’autogol di Mancini non cancella l’ennesima ottima prova. Varie parate determinanti, grandissimi riflessi e prese alte sicure. La ruota per una volta è girata male anche per lui.
MANCINI 6 – La prova da leader, quasi più calmo del solito nonostante le solite schermaglie con gli avversari, si frappone con un autogol sfortunato ed angolatissimo che condanna la sua squadra. C’è il merito di aver sventato diversi pericoli sullo 0-0.
NDICKA 6,5 – Solo la fisicità di Frimpong lo mette in crisi nell’uno contro uno, per il resto il gigante ivoriano si conferma gelido e impeccabile ad alti livelli.
ANGELINO 6 – Stavolta lo si vede più in fase difensiva che in quella di spinta, visto che De Rossi lo piazza come braccetto sinistro della difesa. Dal suo cross nasce l’azione del primo rigore giallorosso. Non sempre ben piazzato dietro, si arrende ai crampi. (dal 80′ SMALLING 5,5 – L’uscita a vuoto di Svilar sull’1-2 del Bayer è anche colpa di un suo ostacolo fisico. La fisicità tanto richiestagli è stata fatale).
EL SHAARAWY 6 – Per generosità e duttilità meriterebbe sempre 10 in pagella. Parta a destra, si sposta a sinistra e corre sempre, pur arrancando per stanchezza. Un suo guizzo mette paura a Kovar sullo 0-1.
CRISTANTE 6 – Siamo alle solite. Importante e determinante quando c’è da tamponare e rilanciare, molto meno se si deve palleggiare velocemente e far girare palla. Lo squilibrio tattico del primo tempo lo rende anche meno efficace negli inserimenti, ma della sua esperienza ad oggi non si può fare a meno.
PAREDES 8 – Il vero leader della serata è l’argentino, che con la 16 sulle spalle bissa il precedente di De Rossi, anch’egli autore di una doppietta alla BayArena nel 2015. Il suo bis su rigore, come nell’occasione appena citata, non basta però per regalare una miracolosa rimonta. Per il resto gestisce e chiude quando può. Ghiacciaia.
PELLEGRINI 5,5 – Uno di quelli che sono mancati di più in questa serata, non divenuta storica per pochi minuti. Le condizioni atletiche iniziano a scarseggiare, ne risente la qualità del capitano che cicca anche due ottime opportunità in area avversaria. Esce stremato. (dal 80′ ABRAHAM S.V. – Praticamente un fantasma, non riesce neanche a far salire la squadra).
SPINAZZOLA S.V. – Troppo poco per giudicarlo, visto che l’ennesimo stop muscolare di una carriera falcidiata da tali eventi lo ferma, forse nel momento in cui il Bayer cominciava ad ingranare. (dal 21′ ZALEWSKI 5 – Pronti, via e Frimpong lo salta come un birillo, con il polacco subito ammonito per fallo da tergo. De Rossi gli cambia fascia ma i problemi sono gli stessi di sempre: poca lucidità, cross lenti e bassi e quasi sempre addosso al difensore di turno).
AZMOUN 6 – Niente di eccezionale nella sua serata da ex (fischiatissimo), visto che fatica a far ripartire la Roma ed a tamponare in pressione. Ma ha il merito di prendersi il fallo da rigore di Tah per l’1-0 che riaccende le speranze. (dal 72′ BOVE 5,5 – L’eroe della semifinale di un anno fa contro il Bayer stavolta non si mette mai in mostra, neanche nei suoi soliti contrasti grintosi).
LUKAKU 4,5 – C’è chi darà le colpe della mancata rimonta agli errori di Karsdorp e Abraham, all’uscita a vuoto di Svilar e all’autogol di Mancini. Ma l’apporto di Big Rom in questa doppia semifinale è colpevolmente nullo, sempre anticipato da Tah e Hincapié. Un giocatore con la sua esperienza e la sua nomea non può sparire così, la stanchezza non è più un’attenuante.
ALL. DE ROSSI – Come all’andata mette in campo una Roma propositiva e capace di dominare il campo. Il k.o. di Spinazzola rovina i piani e sveglia il Bayer, ma nonostante ciò la sua squadra si ritrova per episodi avanti di 2 reti. Paga la pochezza in panchina ed una squadra stanca ed incapace al cambio di passo. Vanno presi i bagliori positivi in prospettiva futura: le idee ed il lavoro ci sono e si può solo migliorare.