
(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle di Lecce-Roma, gara valida per la 30.a giornata di Serie A:
SVILAR 6,5 – Rispetto alla gara con il Cagliari non è chiamato a grandi interventi, ma quando il Lecce si fa insidioso c’è sempre e denota quella sicurezza da grande portiere qual è.
MANCINI 7 – Cattivo al punto giusto, tanto che persino Manganiello gli comincia a dare ragione nei contrasti con Banda e Karlsson, che dalle sue parti penano e non ingranano mai. Segnerebbe anche il gol del vantaggio in spaccata, ma un lieve offside gli toglie questa gioia.
HUMMELS 6 – Torna dopo il flop di Bilbao e gioca senza strafare, con la consueta esperienza. Appare meno brillante sulle palle alte, finendo per soffrire il dinamismo del buon Krstovic. Se la cava, stavolta, con l’intelligenza calcistica.
NDICKA 7 – Messo spesso in difficoltà sia dall’aggressività di Pierotti e N’Dri, sia da alcune inesattezze dei suoi compagni. Ma quando c’è da sbrogliare matasse pericolose, non ha eguali. Nel finale caccia via dall’area romanista ogni pallone scomodo.
SAELEMAEKERS 5,5 – Non nella sua versione migliore, tra giocate pazzesche ed errori banali. Anche nervoso nella ripresa quando si becca un giallo evitabile per proteste, che gli costerà la gara con la Juve.
KONE 6 – La sua prestazione è di difficilissima lettura, perché per completezza di compiti svolti ed intensità meriterebbe molto più della sufficienza. Purtroppo ha la spada di Damocle del gol divorato a tu per tu con Falcone nel primo tempo, peraltro con occasione creata proprio grazie al suo pressing. Il bastone adottato da Ranieri in conferenza ha sortito comunque gli effetti desiderati. L’atteggiamento era quello giusto, dall’inizio alla fine.
CRISTANTE 6,5 – Buono per posizionamento, per giocate di prima, per cambi di gioco e anche per tenuta mentale, nei momenti difficili. Un punto di riferimento quando il vento tira forte.
ANGELINO 5 – Purtroppo il commento è molto semplice, ovvero è finita la benzina. Merita il voto più basso perché il suo gol divorato è il peggiore di tutti, visto che non c’era più nemmeno il portiere da battere. Quasi quasi verrebbe da pensare (scherzando) che lo abbia fatto come gesto di Fair Play.
SOULE’ 6 – Qualche dribbling riuscito nello stretto, tocchi di classe pura ma a volte fini a se stessi. L’eredità di Dybala è troppo pesante per lui in questo momento ma pian piano si vede sempre più centrale nel gruppo. Al momento della sostituzione non era tra i peggiori.
PELLEGRINI 5 – Purtroppo doveva prendere in mano le operazioni con l’assenza di Dybala e invece finisce per creare solo molta confusione. Spazio per incidere ne ha ma ogni volta o la scelta o l’esecuzione sono sbagliate. Non riesce a ritrovare il sorriso e la centralità nemmeno contro il Lecce e ora il pensiero che la storia sia veramente finita è sempre più forte.
DOVBYK 7 – Più che la prestazione (ampiamente rivedibile) parlano i numeri. Siamo alla settima gara sbloccata con i suoi gol, seconda consecutiva vinta per 1-0 con la sua firma, per un totale di 16 centri complessivi. Se dobbiamo analizzare il gol non si può negare la pregevole fattura, da bomber vero, spostando il difensore, dribblando in area e sparando forte sul primo palo. Speriamo che il morale diventi sempre più alto, c’è bisogno di lui.
-Subentrati-
dal 71′ BALDANZI 6,5 – La vivacità che serviva al posto di un Pellegrini ancora troppo a fasi alterne. Non è un caso se la Roma passa in vantaggio dopo il suo ingresso.
dal 71′ SHOMURODOV 6 – Come al solito meriterebbe voti alti per come corre, si sbatte e dialoga con i compagni. Ma nel finale si divora l’ennesimo gol della sua stagione, calciando su Falcone il pallone del 2-0.
dal 84′ PISILLI 6 – Stavolta entra con sagacia tattica, pressando i portatori di palla del Lecce e gestendo bene alcuni palloni nel finale.
dal 84′ EL SHAARAWY S.V. – Fa rifiatare Saelemaekers mettendosi quasi a fare il terzino destro puro.
ALL. RANIERI – Arriva un’altra vittoria in questo 2025 da incorniciare, almeno per il campionato. La Roma sarebbe prima se contasse solo il primo anno e soprattutto ha completato il ciclo di gare “facili” con 7 vittorie su 7. D’ora in poi inizia la salita, quella vera, ma la sua Roma è già in piedi sui pedali.