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CORRIERE DELLO SPORT Zeman: «De Rossi e Osvaldo io pretendo di più»

Osvaldo e De Rossi

(R. Maida) – Un gatto bianconero si è insinuato miagolando nei corridoi di Trigoria, superando il suono flebile della voce di Zeman.Sembrava uno scherzo di matrice juventina, invece non lo era: si trattava solo di un felino curioso. Meglio così, perché nessuno aveva voglia di ridere alla vigilia di una partita molto complicata per la Roma.Tantomeno Zeman, che dopo due settimane di silenzio e di indiscrezioni non si è mosso di un millimetro dalla mattonella di partenza. De Rossi e Osvaldo, contro l’Atalanta, non meritavano di giocare perché non avevano dimostrato spirito di squadra durante la settimana precedente.  «Non mi rimangio quello che ho detto – spiega –, né ho parlato a loro di questa storia. Non ho niente da aggiungere. Sono solo contento che i giocatori abbiano reagito facendo bene con la Nazionale» . In particolare la rinuncia a De Rossi, che ha avuto un battibecco con un tifoso prima di partire per Genova, ha fatto molto discutere. Anche Prandelli è intervenuto in difesa del giocatore. Zeman però insiste: «E’ stata esaltata la sua prestazione con l’Italia perché ha segnato due gol. Ma De Rossi ha segnato saltando in area di rigore, cosa che dovrebbe fare anche con noi… Se un calciatore ha qualità superiori rispetto agli altri, mi aspetto che le faccia vedere. Quanto alle frasi di Prandelli, è difficile giudicare da fuori. Lui vede i ragazzi in altri contesti» .

DUBBI – Il caso quindi è congelato, più che chiuso. Anche a proposito del ruolo ( «Per me è utile alla squadra come interno destro: al limite, oltre a Tachtsidis, come mediano è più adatto Bradley» ) e del futuro:  «Io pretendo qualcosa  

di più dai giocatori importanti. Stop. Non per questo temo che De Rossi se ne vada. So che ha un contratto lungo e che vuole rimanere» . Ma gli ultimi allenamenti avranno convinto il capo a rilanciarlo?  «Queste due settimane sono difficili da valutare, visto che avevamo 13 nazionali in giro per il mondo. E sono molto contento di come ha lavorato il gruppo rimasto a Roma. Ma nei giorni in cui sono stati con noi, compatibilmente con qualche acciacco, Osvaldo e De Rossi hanno dato tutto» . Zeman accomuna le due posizioni ma è evidente che il rapporto con Osvaldo sia diverso. Lo conferma la carezza affettuosa che l’allenatore riserva al figliol prodigo commentando l’espulsione di Italia-Danimarca:  «Osvaldo ha il suo carattere, è focoso e ogni tanto esagera. Fa una cosa e un minuto dopo se ne pente. (…)

 

IL MOMENTO – Sul periodo della Roma, rinfrancato dalla vittoria arrivata prima della sosta, Zeman assicura:  «Le nostre ambizioni di vertice non dipendono dal risultato di Genova. Dopo, ci saranno ancora trenta partite e spesso chi sembra tagliato fuori rientra. E’ successo anche alla Juve lo scorso anno. E’ chiaro che mi aspetto delle risposte positive dalla squadra.  

Ma non sempre si riescono ad ottenere. Spero che contro il Genoa giocheremo a calcio, sudando per vincere».  In questo inizio di stagione la Roma l’ha fatto poco ma Zeman è sicuro di non avere molto da rimproverarsi:  «Sto cercando di fare le cose in cui credo per convincere la gente. E credo che la gente sia ancora convinta di me. Mi resta da convincere gli esperti e i critici. Ma questo è un obiettivo stimolante: non mi preoccupo. Né mi preoccupa l’assenza fisica della proprietà: se ci fosse il presidente sarebbe meglio, ma i dirigenti che vivono Trigoria tutti i giorni sono persone valide» . Non lo turbano neppure i mugugni interni, sui tanti allenamenti o sulle posizioni in campo. Da Pjanic a Destro, passando per De Rossi e Burdisso, il gruppo dei giocatori perplessi è cresciuto con il passare delle partite:  «Io non vedo giocatori che non si applicano, o che non accettano le mie richieste. Qualcuno può avere difficoltà ma è normale. Sta all’allenatore assemblare le varie esigenze dei singoli. Se tutti giocassero dove vogliono, non si potrebbe costruire una squadra. E poi badate bene: un calciatore non si sente adatto a un ruolo. Ma se poi in quel ruolo segna due gol, il ruolo diventa giusto»


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