(D.Galli) – Venti minuti di niente, settanta minuti di tutto. La Roma più pazza del mondo va sotto, barcolla e incassa ancora, San Stekelenburg le evita il colpo del ko, poi Totti riaccende la luce e Osvaldo tira fuori una doppietta che dedica alla madre («in Argentina è la festa della mamma»).
Cinque gol in quattro presenze. Mica male, eh? Daniel non ci pensa. O meglio sì, ci pensa. A se stesso? No, alla Roma. «La doppietta? Sono contento per la vittoria, poi quando arrivano i tre punti va ancora meglio». Ci piace. Due gol, ma la gioia è doppia: per lui e per un sontuoso De Rossi. «Sono molto felice. Daniele è un grande giocatore e un bell’amico». Fine delle trasmissioni però (e giustamente) su quell’impegno che difetta. Daniel quasi si arrabbia: «Non ci voglio più tornare su questo discorso. Io la grinta e la voglia ce le metto sempre, sia che parlino bene sia che parlino male di me». Meglio cercare di spiegare allora qual è il significato di questa rimonta. «È importante perché la squadra ha reagito. Penso che i primi venti minuti non abbiamo capito la partita, non l’abbiamo interpretata bene. Dopo, per fortuna, sono uscite fuori la nostra grinta e la nostra voglia di vincere. E abbiamo ribaltato il risultato». Può essere la svolta alla stagione? «Non lo so, dobbiamo procedere partita per partita. Oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un buon calcio. Se giochiamo così, è normale che arrivino i risultati».
Sul 4-2 al Genoa c’è tutta la classe di quel giovanotto che indossa la maglia numero 10 e che ieri ha realizzato il gol numero 2 in campionato, il numero 217 nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi della Serie A. Sul suo sito, Totti racconta: «Questa sera (ieri, ndr), ribaltando il risultato contro il Genoa, abbiamo dato un segnale di forza del gruppo, di gioco e di estrema compattezza. Siamo partiti male, sotto di due reti praticamente dall’inizio. Sono momenti di notevole difficoltà e passare dal 2- 0 al 2-4 in trasferta non rappresenta solo una gran rimonta, ma soprattutto una prova di carattere. Anche per questo sono contento della nostra reazione e di questa vittoria».
Osvaldo è a quota cinque gol, Lamela è a tre. «Se Zeman aiuta noi attaccanti? Sì, può essere di sì», commenta Erik, «uno lavora sempre per la squadra, poi se si può segnare è meglio ancora. Manca ancora tanto, dobbiamo continuare a lavorare. Uno impara piano piano i movimenti del mister. Siamo forti, ma ancora non abbiamo dato quanto possiamo dare. Manca tantissimo, il campionato è iniziato adesso, possiamo fare bene». Genova per noi non è stata affatto una passeggiata. «Era difficile, all’inizio abbiamo preso due gol ma penso che abbiamo messo in campo tutto quello che dovevamo mettere e alla fine abbiamo preso il premio, ossia la vittoria». L’importante è cercare di dare tutto. In qualunque posizione giochi. «Uno deve stare tranquillo, lavorare e non guardare queste cose che a volte non sono buone, perché uno deve essere umile. E quando il mister chiede una cosa, uno cerca di fare il massimo». Erik esegue quello che gli dice Zeman, Totti pure, ma con licenza di inventare. «Totti è Totti. Penso che sia un giocatore fantastico e diverso dagli altri. Può fare cose che uno qualsiasi non fa».
Pessimo primo tempo, secondo molto meglio. Tachtsidis è uscito alla distanza. «Sono molto contento. Abbiamo vinto, siamo una squadra grandissima e dobbiamo lavorare ancora per migliorare. Sono felice per i tre punti portati a casa. Le due reti del Genoa? Non so come le abbiamo prese, ma poi siamo riusciti a recuperare. Dopo il gol di Francesco c’è stata più fiducia e abbiamo vinto. Continuiamo così». Zeman lo considera “primo” regista. Ma com’è il rapporto con il Maestro? «Quando parla con gli altri, sono uno come gli altri e parla sempre con noi. Voglio migliorare e sono sempre lì a sentirlo, così potrò migliorare». Manca ancora il gol. «Adesso proverò ancora di più il tiro, per riuscire a realizzarlo». È stata la miglior partita di Piris. «Abbiamo fatto una grande prestazione. Lavoriamo bene durante la settimana e finalmente abbiamo vinto due gare di fila». In pochi immaginavano che avrebbe giocato dall’inizio. «Se me l’aspettavo? No, ma sono stato contento». Ora, lo sono anche i tifosi della Roma.