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5-5-5 Prima la follia, poi il dominio

5-5-5 L'Analisi tattica

21 ottobre 2012: la Roma torna a vincere a Marassi, fatto che non accadeva dal 2007, ma, soprattutto, torna a vincere due gare consecutive. Una vittoria sofferta ed inaspettata, non tanto per la qualità dell’avversario, quanto per i primi 15 minuti di vera follia disputati dai ragazzi di Zeman. Squadra spaurita, lunga, che faticava ad entrare in partita: atteggiamento che purtroppo ha ricordato i primi minuti di Torino. Ma sbagliando si impara, così mentre allo Juventus Stadium la Roma rimaneva spettatrice non pagante della goleada bianconera, ieri dopo lo smarrimento iniziale ha deciso di giocare a pallone, imponendo il suo calcio.

Dopo le polemiche tornano dal primo minuto Osvaldo e De Rossi; il secondo non da regista, ma da intermedio, affiancato al greco Tachtsidis. Proprio la vicinanza di DDR permette al giovane regista di giocare una partita più tranquilla, durante la quale non ha mai voluto e dovuto strafare, attenendosi al proprio compito di metronomo. Ma chi indica la via, ancora una volta, è un ragazzino con la maglia numero 10 sulle spalle, che realizza addirittura la rete 217 nella massima serie, salendo sul podio dei migliori marcatori di sempre. Proprio quando tutto sembra compromesso è sempre il Capitano a caricarsi la squadra sulle spalle, a prendersi le proprie responsabilità, a segnare la rete che riapre la partita.

Nei primi minuti abbiamo tutti pensato che certi ritorni non stavano evidentemente facendo il bene della Roma, ma i restanti 75 ci danno una consapevolezza diversa: questa squadra sta diventando sempre più zemaniana, per lei le gare non finiscono sul 2-0 a favore né a sfavore, e forse la buia parentesi di Torino rappresenta solo l’eccezione, mentre la rocambolesca sconfitta col Bologna e la vittoria di ieri la normalità.

LA TATTICA. Confermata la difesa che era stata schierata contro l’Atalanta, complice anche un infortunio di Burdisso, come anticipato rientrano De Rossi a centrocampo ed Osvaldo in attacco. Lamela, nel tridente offensivo, rimane largo a destra, mentre Totti parte da sinistra, ma, come anche nelle altre partite, funge da vero e proprio trequartista. Proprio la posizione del Capitano, che non dà punti di riferimento, mette in crisi Granqvist, suo diretto marcatore, che viene continuamente portato fuori posizione. E quando il numero 10 si sposta verso il centro a fargli spazio è Osvaldo: i due, quando chiusi, cercano di scambiarsi posizione, trovandosi a proprio agio in entrambe le posizioni.

Costante di questa Roma è una partenza lenta, sofferta, e come contro la Juventus i primi minuti sembrano il prologo di una disfatta: dopo 15 minuti è 2-0 per il Genoa, che di fronte si trova una squadra imbambolata e incapace di reagire. La prima rete la segna Kucka, con un destro che non sembra proprio imparabile, partito da fuori area. I giallorossi, però, si fanno trovare impreparati fin dalla nascita dell’azione: Osvaldo sbaglia un appoggio per Tachtsidis, che regala il pallone agli avversari. Piris rimane troppo alto e si fa facilmente superare, mentre i centrali indietreggiano, lasciando uno spazio ampio tra le linee: il centrocampista del Genoa sfrutta proprio quello spazio, da dove può tirare indisturbato. Anche in occasione del secondo goal la linea difensiva arretra troppo, senza seguire Castan, lasciando spazio tra centrocampo e difesa. A questo errore bisogna aggiungere la grande disattenzione di Tachtsidis e Castan in coppia, che permettono a Jankovic di alzarsi da terra con calma per ribadire in rete.

A questo punto la partita sembra finita, la storia sembra ripetersi, i commenti pessimistici si susseguono. Ma quest’anno la Roma in panchina ha Zeman, e  non ce ne voglia qualche suo predecessore. I giallorossi si svegliano improvvisamente dopo il raddoppio genoano: Florenzi e Balzaretti spingono a sinistra, sovrapponendosi in continuazione, ma a destra Piris si trasforma e cambia la partita. De Rossi avanza poco, e si mette e costruire gioco viste le difficoltà del compagno di reparto con il numero 77 a liberarsi dalla marcatura a uomo di Jorquera; questo libera la fascia a Piris, che non è più timido come nelle prime apparizioni, ma, anzi, si propone in continuazione, sovrapponendosi senza sosta a Lamela. La sua caparbietà permette alla Roma di pareggiare: sono suoi gli assist dei primi due goal giallorossi. Non saranno assist degni di Candela o Cafu, ma il paraguaiano, in occasione della prima rete, vince un gran contrasto aereo, regalando a Totti la palla da spedire in rete, e poi si getta su un assist dello stesso Capitano come un indemoniato, riuscendo a servire ad Osvaldo la palla del pareggio.

Osvaldo, il centravanti vero: l’italo-argentino non inizia la partita nel migliore dei modi, sbagliando anche gli appoggi più facili, poi da vero numero 9 realizza la rete pesante, ma non si accontenta. Suo, infatti, anche il colpo di testa che regala il vantaggio alla Roma, sugli sviluppo di un calcio d’angolo. Capitolo calci d’angolo: i giallorossi cercano sembra la battuta veloce, con lo scambio corto, nonostante, abbia a disposizione diversi saltatori nell’area avversaria. Così al primo angolo battuto ‘dentro’ da Florenzi, Osvaldo segna: forse sarebbe il caso di puntare di più su questa risorsa.

Il Genoa aveva preparato la partita cercando di partire forte, e ci era decisamente riuscito. De Canio, però, non si aspettava una reazione del genere da parte dei suoi avversari. Sul 2-3 è sembrato calare definitivamente il sipario sulla partita, sebbene l’allenatore di Matera abbia cercato di rivitalizzare i suoi con l’inserimento di Melazzi, Bertolacci ed Immobile, tutti calciatori che sanno fare benissimo la fase offensiva. L’infortunio di Borriello ha dato poi il colpo di grazia al Grifone, che da lì in poi ha avuto difficoltà a superare la propria metà campo, grazie ad una gran gestione del possesso palla da parte degli avversari. Con l‘ingresso di Pjanic per Florenzi (sostituito solo perchè sfinito) Zeman ha potuto contare su un palleggiatore in più, importante per gestire il possesso palla nei minuti finali. Al minuto 83 arriva anche la quarta rete, a realizzarla è Lamela, autore di un’altra prova convincente, con il suo sinistro a giro.

Inutili i 5 minuti di recupero che il buon Orsato decide di ‘infliggere’ alla squadra rossoblu ed ai suoi tifosi.

ANALISI ATLETICA. Roma lenta, imballata ed appesantita: questa la descrizione dei primi 15 minuti. Poi cambia tutto, sembra di rivedere l’ottima squadra che ha battuto l’Inter a San Siro: i giallorossi viaggiano ad una velocità doppia rispetto agli avversari, pressano senza sosta, non perdono più un contrasto. Castan è lo specchio della gara: in difficoltà all’inizio, perde 2 palloni e potrebbe fare qualcosa di più in occasione del raddoppio del Genoa. Dopo recupera 10 palloni e vince 11 contrasti, in più sbaglia solo il 5% dei passaggi realizzati: ricorda il miglior Lucio sotto più aspetti. Ce lo avevano descritto come un calciatore bravo in fase difensiva, timido in quella offensiva, ed in questo inizio di stagione non aveva mostrato nessuna qualità; ieri Piris, però, è sembrato un altro calciatore, propositivo, preciso nelle chiusure. Il paraguaiano, se proprio si vuole ricercare la perfezione, dovrà lavorare ora sul potenziamento fisico, visto che perde ancora troppi contrasti per essere un terzino.

Ancora una volta incredibile la condizione messa in mostra da Francesco Totti; il Capitano ha detto che lui deve dare l’esempio, e lo sta facendo decisamente bene dall’inizio della stagione. I ragazzi devono imparare ancora molto da lui, che a 36 anni corre ancora una volta più di tutti (secondo solo a Florenzi), sbagliando pochissimo e realizzando una rete fondamentale.

Merita, inoltre, di essere menzionato Federico Balzaretti. Il lavoro che svolge il terzino sinistro della Roma è di quelli ‘sporchi’: lui e Florenzi a sinistra sono i gregari di Totti. Copre la fascia su e giù senza sosta, senza sbagliare nulla; è il calciatore con la più alta percentuale di passaggi riusciti ancora una volta (96%), e perde un solo contrasto durante tutta la gara.

Luca Fatiga

 


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