(T. Carmellini) – All’improvviso tutti i mali della Roma si possono ricondurre a un solo e unico giocatore: Tachtsidis. Era successo qualche settimana prima col «povero» Piris, paraguaiano piombato da semisconosciuto nella «capitale calcistica del mondo», dove sono tutti allenatori e c’è sempre chi ha verità e certezze sul futuro e qualcuno che ne sa una più di te, con la soluzione già pronta per ogni evenienza.
Ma son bastate due partite senza grossi errori (Piris era e resta non esattamente un fulmine di guerra) e l’ostinazione del tecnico boemo, per cambiare l’arrosto sulla graticola: ora c’è il giovane greco da rosolare per bene e mettere al centro della discordia. Tutto il male della Roma è piombato addosso a lui, c’è chi addirittura lo vorrebbe lontano da Trigoria, altri via dall’Italia, dal pianeta e qualcuno proverà anche accollargli il crack economico del suo Paese.
Come se dipendesse da lui il fatto che Zeman De Rossi centrale a centrocampo proprio non lo vede. Troppo facile prendersela con un ragazzotto grande e grosso ma poco più che 20enne. Il referente è un altro, di anni ne ha 65, le spalle forse un po’ più curve ma di sicuro più forti del giovane greco e, se qualcuno ancora non se ne fosse accorto, fa l’allenatore della Roma. Per lamentele rivolgersi a lui, ma la risposta è scontata… Zeman è questo, prendere o lasciare!