La somma con cui il ministero dell’Interno ha risarcito la famiglia di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un poliziotto l’11 novembre 2007, e’ superiore a quella che risulterebbe applicando le ordinarie tabelle di calcolo del danno. Visto che questo surplus e’ dovuto anche alla volonta’ di scongiurare reazioni della frangia facinorosa della tifoseria, l’agente dovra’ restituire solo 1,5 dei 3,1 milioni versati dallo Stato. Lo sostiene la procura della Corte dei Conti Toscana nel procedimento in cui dovra’ essere definita la somma che Spaccarotella dovra’ restituire allo Stato. Il processo penale si e’ chiuso il 14 febbraio scorso con una condanna definitiva a 9 anni e 4 mesi di reclusione per il poliziotto Luigi Spaccaratolla, accusato di omicidio volontario. Il ministero – in quanto ‘datore di lavoro’ dell’agente – ha poi risarcito la famiglia Sandri con 3 milioni e centomila euro, somma che il responsabile del danno e’ chiamato a restituire allo Stato. Nel processo alla Corte dei Conti, il magistrato contabile toscano Acheropita Mondera ha spiegato che, nel calcolare l’entita’ del danno, l’amministrazione dello Stato ha voluto anche scongiurare possibili disordini della tifoseria, nel caso in cui avesse percepito come inadeguata la cifra stabilita. Ecco che, ha aggiunto il magistrato, nell’azione di rivalsa, lo Stato non potra’ pretendere dal poliziotto la somma intera, ma solo 1,5 milioni: i restanti 1,6 rimangono a carico della collettivita’. Il calcolo del danno, infatti, non si e’ basato solo sul comportamento dell’agente ma anche su quelle che potevano essere le reazioni degli ultra’. La decisione del giudice contabile e’ attesa nei prossimi mesi.
Fonte: ansa