(A. Pugliese) – A voler vedere le note positive c’è la partita di Lamela, il 218° gol in Serie A di Totti (di cui il 16° al Parma, 17° in carriera), le parate di un Goicoechea promettente. Guardando invece a quelle negative, non si sa da dove partire: compattezza difensiva, centrocampo senza idee e filtro, unità d’intenti. Florenzi, prima del fischio iniziale, aveva messo in guardia un po’ tutti, rassicurando però l’ambiente: «La squadra è unita, siamo tutti pronti a sacrificarci. Ma dobbiamo trovare la continuità e ci possiamo riuscire solo con il lavoro e l’umiltà».
Autocritica A provare a dare una spiegazione, a fine gara, ci pensa il d.s. Walter Sabatini: «Abbiamo fatto tanti errori, è evidente. Però dobbiamo registrare una cosa che ci tiene ancora in vita, cioè che nella stessa partita e finora in tutti i match giocati fin qui, abbiamo messo dentro cose belle e importanti, anche se subito dopo cose meno belle. Non siamo una squadra che non si esprime mai, facciamo cose giuste per lunghi tratti ma non riesce a confermarle per 90′. Ci dobbiamo aggrappare a questi giocatori importanti, al nostro allenatore, sapendo che la gente merita altro. La squadra ha lottato, da questo punto di vista non è attaccabile. Sono ragazzi straordinari, anche troppo». La gente, però, comincia ad essere esausta, ancora una volta. «Che i tifosi siano arrabbiati è una cosa che accolgo bene — dice il d.s. —. Mi fa paura eventualmente il distacco. Li rassicuro, devono fidarsi della squadra, nel senso che sappiamo cosa dobbiamo fare, Zeman lo sosterremo perché siamo di fronte a una squadra che propone molto, ma non sempre. E quando non proponiamo, subiamo. Questa sintesi la dobbiamo fare. Anche se neppure nel peggior incubo avrei immaginato un inizio di stagione così».
Erik ok E allora meglio consolarsi con una delle poche cose belle, la conferma di Lamela. L’argentino, gol a parte, ha lottato per tutta la partita, provando anche a illuminarla con qualche altro lampo della sua classe. «Anche dentro i risultati brutti, qualche scintilla per pensare a un futuro diverso si accende — continua Sabatini —. Lamela lo scorso anno aveva trovato un allenatore che non lo voleva. Quest’anno sta raccogliendo tutte le direttive del tecnico, e ha una fede incrollabile, finisce stremato l’allenamento ma poi si ferma ancora a lavorare». Erik, tra l’altro, dei tre attaccanti è l’unico che garantisce le coperture difensive e fa da raccordo col centrocampo, sacrificandosi nei ripiegamenti e sul piano della corsa. «È molto motivato e farà ancora meglio», chiude Sabatini. La speranza, in realtà, è che comincia a fare davvero meglio la Roma.