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![Zdenek Zeman](http://www.gazzettagiallorossa.it/wp-content/uploads/2012/09/1483316511-300x199.jpg)
(M. Pinci) – Il clima da ultimi giorni dell’Impero che si respira intorno a Trigoria deve iniziare a dar fastidio anche a una sfinge come Zeman. In fondo Roma-Palermo, senza Stekelenburg e con De Rossi e Castan in bilico, è già il primo crocevia della sua seconda esperienza romanista. Ma il boemo la affronta sventolando la bandiera delle proprie convinzioni: «Io non cambio. E se la società non è contenta mi può mandare via». Parole di chi non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro («E i dirigenti mi hanno sempre appoggiato») rivendicando anzi quanto fatto fino a oggi: «Siamo stati superiori a tutti, perché dovrei cambiare se quello che abbiamo fatto mi soddisfa?». Pazienza se l’ambiente fonde: il risultato a Zemanlandia non è che un fastidioso dettaglio sulla strada dello spettacolo.
E la stampa che non ne applaude i meriti diventa un nemico: «Siete in tanti a volere il male della Roma, escono attacchi da ogni parte, le partite non interessano. E non si dice che sono 62 anni che la Roma non segnava 22 gol». Un conto che comprende anche la tripletta del prefetto a Cagliari, gara decisa a tavolino. Ma non le 19 reti subite, peggior difesa in serie A. «Non macchierò la mia immagine a Roma, farò meglio della prima volta», giura Zeman. Palermo permettendo.