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CORRIERE DELLO SPORT Rabbia Destro, niente derby

Mattia Destro esulta

(R. Maida) – «Fermati, infilatela» . L’urlo di Osvaldo, il primo compagno che lo ha raggiunto per un abbraccio atteso oltre due mesi, ha provato a sovrastare l’episodio che ha rovinato la festa. Da attaccante ribelle, Osvaldo aveva capito tutto. Ma la mossa disperata non ha funzionato. Mattia Destroaveva appena segnato il primo gol con la maglia della Roma ma cinque minuti prima aveva preso un’ammonizione sciocca. Quel gesto, la maglia che esce dalla sua posizione naturale come se qualcuno gliel’avesse tirata in area di rigore, è costato l’espulsione e anche il derby. Non è periodo.

FURIA – Destro è uscito dal campo con la morte nel cuore, dopo che De Marco gli aveva sventolato in faccia il cartellino rosso, e sulle scalette che portano agli spogliatoi ha sfilato di nuovo la sua maglia numero 22, scagliandola a terra. Non è stata una mancanza di rispetto verso i tifosi della Roma, ci mancherebbe. Era la testimonianza di uno stato d’animo difficile da frenare: entri dalla panchina, segni finalmente il primo gol proprio all’Olimpico, esulti come ti viene. E ti tocca uscire per eccesso di regolamento. Fa male. E pensare che gli altri giocatori gli avevano manifestato tutta la loro solidarietà correndogli incontro per portargli i complimenti: dopo Osvaldo, sono spuntati anche Piris, Marquinho e gli altri. E De Rossi in panchina festeggiava, prima che le telecamere lo sorprendessero con un labiale strano indirizzato a un destinatario imprecisato (ce l’aveva con Destro o con l’arbitro che l’ha espulso?).
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CHE PACCHIA – E’ stata l’unica nota stonata di una serata di felicità, che nemmeno i fischi iniziali dei trentamila dell’Olimpico hanno calpestato. La Roma è viva e non ha mollato Zeman al suo destino. (…)

ATOMICO – Ci sono brodini più insipidi di quello di ieri. Soprattutto se l’attacco è devastante come ieri. Non contando Destro, che non ha cominciato la partita e contro la Lazio suo malgrado non potrà ripetersi, hanno segnato tutti e tre gli attaccanti. Totti-Osvaldo-Lamela. Era già successo, con la stessa sequenza, nella splendida notte di Genova. Eora i gol del tridente di Zeman sono diventati 17: sette Lamela, sei Osvaldo, quattro Totti. Come puoi lamentarti di una prima linea del genere?

ENTUSIASMO – Di sicuro non lo fa Michael Bradley, sempre più onorato di giocare nella Roma: «Abbiamo fatto quello che ci ha chiesto l’allenatore. E i risultati si sono visti. Era fondamentale vincere per noi e per i tifosi. Ma siamo sempre stati sereni. Mi dispiace solo per Destro, che meritava una gioia. Adesso ci dobbiamo preparare bene per il derby. Mi hanno parlato molto di questa partita, non vedo l’ora di viverla» . Da titolare o da riserva? Ormai sembra diventato il principale concorrente di De Rossi: «Io mi impegno al cento per cento, poi decide l’allenatore. Posso fare il regista o l’interno, sono a disposizione. Siamo una squadra piena di grandi giocatori» . La Roma vale il terzo posto a suo parere:«Sì. Questa vittoria è un nuovo inizio per noi. Basta guardare come è risalita l’Inter. Le cose cambiano velocemente in serie A»

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