(T. Carmellini) – La legge del calcio è implacabile: a pagare è l’allenatore, per tutti. Sempre e incondizionatamente, a prescindere dalle sue colpe. E di quelle Zeman non ne ha poche, intendiamoci (anche se prima di cacciarlo sarebbe bene capire chi arriverebbe al suo posto: in giro non c’è poi molto al momento).
La prima e forse la più clamorosa è proprio quella di aver cambiato la sua idea iniziale, «concedendo» a De Rossi una chance-derby. Era chiaro che al momento il centrocampo con la «chimica» migliore in questa nuova Roma non prevedesse il centrocampista di Ostia. Zeman lo sosteneva da tempo, ma si è «piegato» per il bene comune, perché quella di De Rossi stava diventando un querelle inquietante. Ha sbagliato e pagherà di persona, cosa che lascia però intatto il problema primario: De Rossi. O meglio, le condizioni psicofisiche di un giocatore, fortissimo, che però ormai da troppo tempo non riesce a dare il suo contributo alla causa giallorossa. E il fatto che le sue prestazioni in nazionale siano diametralmente opposte (qualità e gol), non fa che aumentare malumori e dubbi.
Convinti del fatto che De Rossi non giochi «contro», resta da valutare cosa è che non va quando mette la «sua» maglia: quella della squadra che lo ha cresciuto e ora si interroga. Come per Zeman la città è spaccata: c’è chi lo vorrebbe dentro a guidare la Roma del presente e del futuro (non è stato venduto nemmeno a fronte di offerte faraoniche). E chi lo cederebbe al miglior offerente, magari anche per un piatto di lenticchie. Come sempre l’equilibrio non è il pezzo forte della Capitale, ma forse De Rossi ieri dopo aver giustamente chiesto scusa a Mauri, avrebbe dovuto fare lo stesso con la Roma e con il suo popolo. E un po’ anche a Zeman: uno che paga per tutti… soprattutto per lui!