La regola “a volte il silenzio è d’oro” è sconosciuta al presidente Claudio Lotito che anche oggi dopo il derby vinto dalla Lazio per 3-2 non ha perso occasione per rilasciare dichiarazioni inutili e discutibili: “Dovevamo essere più cinici perché non raccogliamo quello che meritiamo” ha detto il numero uno biancoceleste a margine della premiazione “Il bello del calcio”. Parlare sempre dopo le vittorie, mai dopo le sconfitte, questo il suo dogma. “Siamo stati magnanimi, non siamo una squadra che vuole infierire sull’avversario perché nella nostra squadra ci sono tanti bravi ragazzi e se possono vincere 6-0 magari si fermano – prosegue Lotito – e anche ieri ha un po’ rallentato. Fa parte del dna di questi ragazzi che hanno grandissima moralità». Grandissima moralità e fedine penali intonse di carichi pendenti, viste le indagini su Sculli e le due settimane di carcere di Mauri quest’estate, entrambi ancora in attesa di giudizio per il loro coinvolgimento nei processi sul calcio-scommesse.
«Noi la prima squadra di Roma? Dal punto di vista anagrafico siamo senza dubbio, e lo rivendichiamo con orgoglio, visto che noi siamo nati nel 1900 e gli altri molti anni dopo – ha replicato Lotito -. Per il resto non ci interessa rivendicare che siamo più bravi, lo dobbiamo dimostrare con i fatti e per il momento siamo andati bene».