(V.Meta) Se c’è uno spiraglio nel buio fitto che ha inghiottito la Roma, a tenerlo aperto non può che essere Erik Lamela, non foss’altro perché ha dato prova di essere capace di vincere le tenebre. Il suo colpo di testa in anticipo su tutti ha fatto tornare la luce nel blackout dell’Olimpico: i tifosi invitavano Lotito a pagare la bolletta, lui ha risolto aprendo le acque (letteralmente) in area di rigore per prendersi il gol numero otto in campionato, oltre al primo in un derby che finché è rimasto in campo la Roma non aveva ancora buttato via.[…]
Il giorno dopo un derby perso è quasi peggiore del derby stesso: Erik lo ha passato a casa, dove a prendersi cura di lui da un mese e mezzo a questa parte c’è la mamma Miriam, insieme ai fratelli Alex e Brian, compagni di sfide in interminabili partite alla Playstation. Da quando ci sono loro è persino più difficile incontrarlo in giro, esce poco, anche perché tutte le persone importanti (oltre alla famiglia, con lui a Roma c’è anche la fidanzata Sofia) ce le ha in casa. Sono loro i più diretti testimoni della sua metamorfosi. Gli stavano vicini dopo le prime deludenti apparizioni, quando la porta pareva stregata, i tifosi cominciavano a spazientirsi e lui sembrava destinato a vedersi soffiare il posto da Nico Lopez, cui bastava un guizzo per combinare più di quanto aveva fatto lui in un’ora. […]
Difficile non ripensare alle parole di Zeman dopo la prima giornata: «Lopez e Lamela? Nessuno dei due ha capito quello che deve fare, però almeno Nico segna». Due mesi dopo, l’uruguagio è finito nel dimenticatoio, mentre Erik è il capocannoniere della Serie A e l’impressione è che non solo abbia capito perfettamente quello che il tecnico vuole da lui, ma che ormai lo faccia quasi in automatico. Non è stata una svolta improvvisa, segnali di cambiamento c’erano stati già contro la Samp e in parte pure a Torino, anche se la palla ancora non voleva saperne di entrare. Il gol all’Atalanta più che una liberazione sembrava il boato prima della valanga: da lì in poi Erik ha segnato sempre, proprio com’è successo all’altro ’92 a quota otto reti, Stephan El Shaarawy, che prima di infilare la serie che ha settimanalmente salvato la panchina di Allegri, aveva iniziato la stagione con tre passaggi a vuoto. […]