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OLANDA Andy Van der Meyde ed una carriera distrutta tra droga, alcol, sesso e… cammelli

Van der Meyde

Quando arrivò nel 2003 all’Inter, furono in molti a pensare che il club nerazzurro si era assicurato uno dei più grandi talenti del calcio europeo. Andy van der Meyde infatti, veniva da eccellenti stagioni all’Ajax ed era uno dei volti nuovi della forte Nazionale olandese.

Purtroppo per lui e per l’Inter, le cose in nerazzurro non andarono come in tanti si aspettavano e la sua esperienza meneghina si chiuse dopo un paio di stagioni tra molte ombre e pochissimi sprazzi di classe. A aiutare a capire perchè la sua carriera non sia mai realmente decollata, ci ha pensato lo stesso Van der Meyde attraverso una toccante autobiografia dal titolo Geen genade – Nessuna pietà.

Il centrocampista olandese ha reso pubblica una vita fatta di eccessi, droga ed alcol: “L’Ajax è stata l’unica squadra in cui mi sono divertito – si legge in uno stralcio pubblicato sull’inserto della Gazzetta dello Sport, Extra Time – Legai con Ibrahimovic e Mido: si sfidavano in folli corse notturne sull’anello della A10 attorno ad Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes SL AMG, Mido alternava Ferrari e BMW Z8. Tomas Galasek invece mi iniziò alle sigarette”.

Van der Meyde ha raccontato così il suo approdo all’Inter: “Poi un giorno arriva l’offerta dell’Inter: 8 milioni. Accettai, nonostante l’allenatore, Ronald Koeman, non mi ritenesse ancora pronto per l’estero. Dopo una settimana a Milano, telefonai a David Endt implorandolo di riportarmi a casa. I soldi possono anche tenerseli, gli dissi. Mi consumava la nostalgia. Passare dall’Ajax all’Inter è stato come lasciare un negozio di paese per una multinazionale. Tutto estremamente professionale, un giro di soldi pazzesco, il presidente che dopo ogni vittoria allungava ai giocatori 50 mila euro a testa”.

Nella sua vita anche tanti animali esotici a causa di una passione della prima moglie: “Avevo uno zoo nel giardino di casa: cavalli, cani, zebre, pappagalli, tartarughe. Dyana, la mia prima moglie era la vera malata. Per lei rifiutai un trasferimento al Monaco: a Montecarlo ci sono solo appartamenti, mi disse, dove li mettiamo i nostri animali? Una sera scesi in garage, al buio, intravidi una sagoma imponente e udii suoni strani. Aveva comprato un cammello”.

Finita l’avventura all’Inter il trasferimento al Liverpool e tanti altri problemi: “All’Everton mi proposero uno stipendio di 37mila euro a settimana, più del doppio di quello che percepivo all’Inter. Ci andai di corsa. La prima cosa che feci fu comprare una Ferrari e andare a sbronzarmi al News Bar, uno dei locali più in voga di Liverpool. La mia giornata terminò in uno strip-club. Andavo pazzo per le spogliarelliste. Lì conobbi Lisa e me ne innamorai subito. Nel suo mondo bere e sniffare cocaina era una cosa all’ordine del giorno”.

Il tradimento alla moglie, un investigatore privato che svela le prove della sua seconda vita, una bambina malata e la decisione di lasciare Liverpool: “Ero fuori controllo; non riuscivo a dormire se non prendendo pillole. Era roba pesante, di quella da prendere con la prescrizione del medico. Quindi le rubavo dallo studio del medico del club. L’ho fatto per più di due anni. Poi è arrivata la cocaina, insieme a Bacardi, vino e feste in quantità. Capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto”.

 

Fonte: goal.com


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