(M.De Cesare) Sì Zeman, finalmente una scelta più elastica e meno integralista e intransigente del solito. Pjanic ha uno sfogo esagerato (dovuto all’attaccamento alla maglia e all’orgoglio di giocatore giovane, ma con una spiccata personalità) e contesta il tecnico dopo il gol nel derby. Poi si scusa. Il boemo comprende, gli parla, lo fa giocare (squalifiche di De Rossi e Tachsidis a parte) contro il Torino.
In altri tempi (solo poche settimane fa, vedi De Rossi e Osvaldo…), Zeman non avrebbe concesso attenuanti a Pjanic: avrebbe magari mandato in campo un Primavera, pur di non piegarsi alla ribellione di un suo giocatore. Contro i granata, avrebbe potuto anche schierare Florenzi a destra e Marquinho a sinistra. No, ha scelto Pjanic: il fatto poi che il centrocampista abbia disputato un’ottima partita e segnato un gol in collaborazione con Gazzi, diventa addirittura quasi secondario.
Perché il punto fondamentale è un altro: che sia arrivato, finalmente anche nella Roma, il tempo della reciproca comprensione? Il tecnico è sotto pressione perché la squadra non ha fortuna e non riesce a esprimere quanto lui chiede: ma non si irrigidisce. I giocatori sono ugualmente tesi per i troppi risultati negativi (vedi anche la bruciante sconfitta contro la Lazio): ma si schierano con il tecnico.
Sarebbe un errore continuare a stare su opposte barricate. I momenti difficili si superano insieme. Zeman e Pjanic probabilmente lo hanno capito, hanno fatto il primo passo percorrendo un cammino comune, sfruttando la forza del dialogo. Potrebbe essere un’inversione di rotta decisiva, cosa che non può che giovare al futuro della Roma.