(D.Galli) – Portare l’As Roma in giro per il mondo e portare il mondo a vedere l’As Roma. Diplomatici compresi. Ma allo stesso tempo far sì che «i bambini delle scuole calcio americane possano indossare con orgoglio le maglie giallorosse».
Accumulando vittorie sul campo, naturalmente. «E Luis Enrique vuole vincere più di chiunque altro». Non parla ancora italiano, Thomas Richard DiBenedetto. Non parla italiano, non va oltre un «buonasera» e un «grazie», ma si fa capire benissimo da questo parterre de roi nella sua prima conferenza pubblica da presidente dell’As Roma. Davanti a sé ha il mondo imprenditoriale, il popolo della cultura, l’alta borghesia della “Fondazione Roma Europea” a via di Ripetta, nemmeno un chilometro in linea d’aria dallo studio Tonucci. DiBenedetto, che oggi pomeriggio incontrerà il Governatore del Lazio, Polverini e domani il presidente della Provincia, Zingaretti, è accompagnato dal fedelissimo avvocato e consigliere giallorosso Mauro Baldissoni, l’uomo cui si deve il primo contatto con la cordata americana.
Incassati i complimenti del presidente della Fondazione, Cesare San Mauro («DiBenedetto è il più grande investimento straniero in Italia e gli investimenti stranieri sono ora assolutamente necessari»), Mr Tom inaugura il suo intervento parlando di Monti, l’attualità spiccia, l’Italia che va in crisi ma poi prova a rimontare. Pare una metafora di questa Roma. «Adesso l’Italia è ogni giorno sui notiziari degli Stati Uniti. Ho sentito che Monti parla di una tassa immobiliare. Se uno si fa un rapido calcolo, si accorge che è possibile risolvere tanti problemi con una semplice tassa». Baldissoni interrompe la traduzione. «Parla dell’Ici, lo dico per chiarezza». Fa bene a dirlo, perché la platea cerca invano un collegamento tra la tassa per quello che Mr Tom definisce il «real estate» e l’As Roma. Basta aspettare il seguito dell’intervento. Il tema della crisi dei mercati serve a DiBenedetto per spiegare come sì, adesso negli USA si parla di Italia solo in chiave negativa. Ma «in America – assicura Mr Tom – l’Italia è considerata una nazione bellissima e gli italiani un popolo amichevole. Posso portare anche la mia esperienza, è gente con il cuore aperto. E questo non solo adesso, ma anche quando anni fa venivo a Roma da turista. Tanti mi chiedono perché abbiamo scelto Roma per investire. Ma perché Roma non è solo calcio, Roma è una citta unica. Tutti conoscono Roma e ognuno la vuole vedere almeno una volta nella vita».
Il presidente conta sulla passione giallorossa: «Vediamo grandi possibilità, perché abbiamo capito che i tifosi della Roma sono molti passionali e ci sono tanti club della Roma in grandi città del mondo. I romanisti sono tifosi appassionati. E lo sono ovunque. Vogliamo creare un network di tifosi». La strategia è semplice: «E’ molto importante – dice il presidente – sviluppare una cultura della squadra. Vogliamo che tutti gli studenti, gli ambasciatori, i diplomatici, i turisti arrivino a tifare Roma. A diventare nostri supporter. Con le tecnologie è possibile poi seguire la squadra tutto il giorno anche da lontano. Poi sarà possibile comprare tutti i prodotti della Roma da ogni parte del mondo. Vogliamo rafforzare il brand della Roma in modo che la gente venga qui non solo per vedere la città ma anche per la squadra. Questa è la nostra idea che vogliamo comunicare al resto del mondo ed è uno dei motivi per cui Franco Baldini è tornato da noi. Ed è anche l’idea che condividono i nostri partner, che hanno investito nel progetto. Vogliamo portare il marchio Roma non solo tra gli studenti, ma pure tra tutti i giovani nel mondo che giocano a calcio. Non vogliamo lavorare solamente con le scuole di calcio a Roma ma anche con quelle del resto del mondo, in particolare degli Stati Uniti. E in particolare di Boston. Vogliamo che tutti questi giovani possano indossare le magliette della Roma. E’ importante che ci siano i giusti insegnanti che insegnino correttamente ai giovani a giocare a pallone, bisogna entrare in sintonia con il ragazzo. Il calcio può essere, per i ragazzi, anche un modo per crescere. Vogliamo che tutti vengano a Roma per vedere la Roma. E per le famiglie, o per i diplomatici, lo stadio deve essere un posto sicuro. Come è successo in Premier League. Ricorderete che fino a qualche anno fa c’erano dei problemi, mentre ora la situazione è notevolmente migliorata. Vogliamo che la stessa cosa accada qui».
Per riuscire a costruire il progetto, serve però, dice DiBenedetto, che «sia allestita una squadra con dei giocatori che danno tutto, in modo da soddisfare i tifosi quando si vince ma anche quando si perde. Anche se vi assicuro che Luis Enrique vuole sempre vincere». Quando gli viene chiesto dello stadio di proprietà, Mr Tom risponde così: «Ho incontrato diverse volte il Sindaco e stiamo studiando delle location dove poterlo realizzare. Stiamo conducendo delle analisi finanziarie. Speriamo di poter iniziare presto». Una domanda più scomoda è quella sul contratto di De Rossi. «Io ho molta fiducia in Franco Baldini – spiega DiBenedetto – sono molto ottimista che si troverà un accordo». L’ultimo pensiero è per Burdisso, che «stava giocando molto bene». Mr Tom gli fa gli auguri. Sono sinceri come il “forza Roma!” che lo saluta terminato l’intervento.