(R.Maida) – Si è alzato in piedi, quasi sorpreso di tante attenzioni. Ha salutato in italiano ( «Bonasera» ) incassando applausi dalla platea, piena di tifosi della Roma di ogni età. Si è sentito grande, felice e rispettato.
In questo clima adorante Thomas DiBenedetto, ospite della fondazione Roma Europea che si occupa della valorizzazione delle risorse della città, ha rilanciato le sue ambizioni di presidente globalizzato: «Vogliamo che la Roma sia riconoscibile ovunque.Stiamo lavorando per questo, per un calcio che superi i confini italiani e sia identificabile dappertutto. Una cultura accattivante in stadi sicuri per le famiglie, come in Inghilterra. Vogliamo creare una cultura romanista nel mondo, anche attraverso i turisti e i diplomatici che passano per l’Italia, in modo che tutti i tifosi possano sentirsi orgogliosi della Roma. In questo progetto siamo avvantaggiati dal nostro pubblico che è molto passionale e può trascinare gli altri amanti del calcio» .
VINCERE – Ma una cultura sportiva migliore deve essere affiancata dai risultati. DiBenedetto ha confermato: «Pochi giorni fa parlavo a mio figlio che gioca a baseball (a Reggio Emilia, ndr) e gli ho chiesto: “Cosa vuoi fare in questo sport?“. Lui mi ha risposto che in futuro vuole allenare negli Stati Uniti una squadra che gli consenta di vincere. Non gli interessa lavorare per costruire talenti senza competizione» . Un modo di ragionare che gli ricorda le idee di Luis Enrique. Affiancato dall’avvocato Baldissoni, DiBenedetto ha sorriso:«Luis Enrique vuole vincere più di chiunque altro, credetemi. Noi siamo molto soddisfatti di lui ma lui non è mai soddisfatto di se stesso, finché non ottiene i risultati che vuole. Perciò il nostro modello ci deve portare a vincere. E’ quello che stiamo cercando di fare nella Roma» .
ATTUALITA’ – Un imprenditore invitato alla conferenza ha chiesto notizie sul contratto di De Rossi. Il presidente ha fatto una smorfia rispondendo: «Ho molta fiducia in Franco Baldini. Sono molto ottimista. Credo che Franco troverà l’accordo con il manager del calciatore. Ma non posso dire niente di più perché la trattativa è in corso» . E sullo stadio ha chiarito: «Ho incontrato diverse volte il sindaco e anche alcuni imprenditori, stiamo analizzando i numeri economici e abbiamo visionato dei luoghi dove potremmo costruire. Speriamo di avere presto la possibilità di cominciare i lavori» . Ha poi dedicato un pensiero a Nicolas Burdisso, che oggi torna dal Sudamerica con un ginocchio distrutto: «Sta soffrendo sia fisicamente che psicologicamente, è un peccato che debba fermarsi perché per noi è un calciatore fondamentale. Gli facciamo tanti auguri per un rapido recupero» .
MOTIVAZIONI – Ma perché DiBenedetto ha scelto proprio Roma? Il manager ha lanciato un’occhiata alla sala, all’interno dell’elegante Residenza di Ripetta a due passi da Piazza del Popolo, ha indicato i soffitti e i muri antichi, infine ha sospirato con ammirazione: «In questa città ogni cosa è magnifica. Ogni palazzo, ogni scultura, ogni monumento ha la sua storia. E poi qui si mangia un cibo magnifico, conosciuto in tutto il mondo. L’idea mia e del gruppo che rappresento è sfruttare questa bellezza che si percepisce anche nelle persone: gli italiani sono un popolo ospitale, amichevole, caldo» . Senza trascurare l’aspetto commerciale: «Il merchandising è una risorsa di sviluppo fondamentale. In futuro useremo i social network per vendere il materiale della Roma, valorizzare il nostro brand. In ogni parte del mondo, 24 ore al giorno» . Già qualche idea è stata messa in pratica: «A Boston stiamo creando un rapporto con società che potenzialmente possono offrire 8.000 giovani calciatori. Faremo delle scuole calcio negli Stati Uniti, consentendo a ragazzi e ragazze di indossare le nostre maglie. Anche partendo da loro, miriamo a diffondere l’amore per la Roma a parenti, amici, colleghi, favorendo un network di relazioni sempre più ampio» . World wide Roma.