(D.Galli) – L’alternativa a Lamela è una riserva che altrove, in una società che non avesse quel popo’di attacco che ha la Roma, farebbe il titolare fisso. Mattia Destro non è un esterno offensivo, non è un’ala, ha nel proprio Dna cromosomi da centravanti. Però a Pescara si adatterà.
Non è Nico Lopez, è lui il primo candidato a raccogliere l’ingombrante eredità lasciata dall’asso argentino. Le scelte sono quasi obbligate. Con Lamela fermo ai box per almeno tre partite, Zeman dovrà ridisegnare l’attacco. In vista della trasferta all’Adriatico, ieri è stato provato Nico Lopez assieme a Totti e Osvaldo. Salvo sorprese, però, nel tridente anti-Pescara sarà invece schierato Destro.
È un trio sui generis, ma non è un trio al debutto assoluto: per Destro-Osvaldo-Totti sarà la seconda uscita stagionale dal primo minuto. All’esordio andò alla grande: 2 settembre, esordio di Zemanlandia versione 2.0 in trasferta e Inter battuta 3-1. (…)
A Pescara avrà un’altra chance per confermare di potersi integrare là davanti con Daniel e Francesco, per dimostrare che una prima punta di gran classe, un giocatore nel giro della Nazionale, può benissimo ricoprire anche un ruolo non suo. «Mattia si trova meglio da centravanti perché ha sempre giocato lì, ma non vuol dire che non possa cambiare posizione, come contro l’Inter», ha spiegato qualche tempo fa Zeman.
Chi è assolutamente convinto nelle potenzialità di Destro è il suo ex allenatore Giuseppe Sannino, che ieri mattina ha fatto una capatina a Trigoria per sbirciare Zemanlandia. «Essere qui, in un campo da gioco, mi fa sentire sempre vivo – ha spiegato a Sky l’ex tecnico del Siena – Zeman è un maestro, mi dà la possibilità di ampliare le mie vedute dal punto di vista offensivo. Destro? Osvaldo, Lamela e Totti stanno facendo vedere sul campo le sue potenzialità, Mattia è un ragazzo serio ed intelligente e non ha bisogno di consigli. Roma si aspetta molto da lui. Non devono mancargli la voglia di emergere e la fame. Per guadagnarsi un posto deve fare più di quel che ha fatto a Siena. Diventerà grande, ma tutto dipende da lui». (…)
Sannino lo aveva detto in esclusiva a Il Romanista giusto qualche giorno fa: «Mattia è un grande giocatore, ma deve fidarsi di Zeman. Deve stare tranquillo e capire in che realtà si sta integrando, con onori e oneri». Non basta essere stato pagato 16 milioni per meritare un posto da titolare, perché Totti è Totti anche a 36 anni, Osvaldo è già a 7 reti in 9 presenze e Lamela ha una media reti solo appena inferiore. L’importante è che Destro sappia cogliere l’occasione, che non perda un altro treno come è avvenuto in Roma-Palermo.
Il secondo giallo per essersi coperto la faccia dopo il gol è stata un’ingenuità che gli è costata l’espulsione e l’arrabbiatura di Zeman, che contro la Lazio ha perso così una soluzione offensiva di primissimo ordine. Ha dovuto fare a meno di un titolare che momentaneamente siede in panchina. Il treno non è ripassato con il Toro, ripasserà però all’Adriatico. A Trigoria sono certi che Mattia lo prenderà al volo.