(C. Zucchelli) – ”Mentre i suoi colleghi di difesa vanno e vengono, Marquinhos ha messo insieme sette apparizioni di fila”. Basterebbe questa frase, pubblicata ieri sul sito della Fifa, a far capire di quanta stima godaMarquinhos, diciottenne difensore brasiliano che la Roma ha strappato non solo al Corinthians ma anche ai più grandi club d’Europa. Il portare del massimo organismo del calcio gli ha dedicato un articolo importante, con tanto di foto, che compare nell’ home page subito dopo l’intervista a un signore ben più esperto e ben più famoso che si chiama Radamel Falcao. Marquinhos viene descritto attraverso le parole di Zeman («Gioca bene, non commette errori, ha la stoffa del campione ed è una parte importante del futuro della Roma») e poi viene interpellato in prima persona. Nonostante la giovane età è onesto nell’ammettere:«Non avevo ancora svoltato in Brasile e avevo fatto poche apparizioni come calciatore professionista, per questo quando sono arrivato i tifosi erano un po’ sospettosi».
Vero, ma è vero anche che lui ha saputo conquistarli in pochissimo tempo mostrando non solo tecnica e talento, ma anche una personalità rara per un ragazzo che ha compiuto 18 anni soltanto a maggio: «Zeman ha subito dimostrato fiducia in me e il campionato italiano si adatta alle mie caratteristiche: la palla viaggia molto veloce e si deve avere senzo della posizione». Lui ce l’ha, ma ha anche molto senso dell’anticipo e per questo ricorda il primo Juan, quello che non doveva combattere un giorno sì e l’altro pure con i malanni fisici: «Io ho i miei sogni, quando sono venuto qui credevo di avere la mia occasione, ma non credevo succedesse così in fretta». Ci credeva invece la Roma e ci credeva Zeman, che prima se ne è innamorato studiandolo in dvd e poi ha visto tutte le sue impressioni confermarsi positivamente a Trigoria giorno dopo giorno e allenamento dopo allenamento. È lui adesso, con Burdisso e Castan che si alternano – il brasiliano per domani è favorito, visto che Nicolas non sta neanche benissimo – il titolare indiscusso della difesa. A 18 anni una responsabilità non da poco: «La mia vita è cambiata completamente, ho lavorato duro per questo. Ora sono alla Roma, una grande squadra e sono orgoglioso di farne parte. Ho fatto bene in alcune occasioni e ho giocato contro squadre importanti come Juventus e Lazio. Il mio sogno è quello di vincere lo scudetto, ho voglia di affermarmi e arrivare a giocare per il Brasile».
La Roma prima e la nazionale poi, sogni di un ragazzo che, pur mantendendo i piedi per terra, punta in alto. E alla sua età, e con i suoi mezzi, sarebbe un delitto non farlo: «Sto facendo le cose per bene. E questa possibilità potrebbe portare a grandi cose in futuro. Perché non dovrei sognare di giocare la Coppa del Mondo nel 2014? Con tutto quello che mi è capitato non so cosa sia possibile o meno». Intanto una cosa da fare, e anche in breve tempo, c’è: prendere la patente: «Quando è iniziata la trattativa con la Roma non ce l’avevo e quindi anche adesso mio padre deve provvedere a me».