Il rigore dell’ 1-0 col Torino, con tanto di fascia di capitano al braccio, è stato quasi una liberazione dopo i tanti gol sbagliati per Daniel Osvaldo. Sembrava aver rotto un breve incantesimo che lo voleva tenere lontano dalla felicità di una rete. A Pescara però il centravanti italo-argentino è stato opaco, autore di un’altra prova deludente. Come nel derby e come contro i granata. Zeman non lo hai mai messo in discussione, lo ha lasciato tra i titolari nonostante durante le settimane il fastidio alla caviglia lo tormentasse. “E’ il miglior talento della squadra dopo Totti, una forza della natura”. Queste le parole del boemo nel ritiro di Riscone quando gli si è chiesto di Osvaldo. Anche il ragazzo però si è accorto della sua poca concretezza, sottolineando sulla propria pagina di Twitter l’importanza della vittoria della squadra di fronte agli errori personali sotto porta. I dieci gol realizzati in questa stagione (7 nella Roma, 3 in Nazionale) sottolineano le sue qualità, che a volte rasentano l’essere difetti quali testardaggine e impulsività. I compagni comunque lo sostengono sempre, ne riconoscono talento e generosità. Non è passato inosservato nello spogliatoio il gesto di Roma-Palermo, quando fu il primo a ricomporre Destro dopo il gol e l’esultanza che ha portato all’espulsione: una volta risolti i problemi fisici, quell’Osvaldo che nelle ultime partite è mancato, potrebbe ritrovare la felicità sincera.
Fonte: Corriere dello Sport