Roma poco zemaniana quella che ha battuto per 1-3 il Siena. Vittoria più cinica che spumeggiante: zero profondità, ritmi bassi, tagli non pervenuti. Pjanic a destra gridava vendetta, ed era l’unica cosa che gridava per quanto molle, spaesato, più stanco di un messicano stanco. E quei cambi tardivi, come se ogni cambio fosse per Zeman una ferita narcisistica. Possibile, mi chiedevo, che per tutelare il suo marcantonio greco (…), Zeman sia disposto a sacrificare tutto il resto, fino a bruciare la casa romanista?
Questa squadra sta dimostrando a se stessa e al suo allenatore che, con i valori che ha, può battersela con chiunque semplicemente giocando un calcio di pura gestione. Senza ebbrezze ma senza nemmeno terrori. In questa Roma che vince, Zeman è uno straniero a bordo. Al momento è la Roma di Totti, più che quella di Zeman.
Fonte: Corriere Dello Sport