(A.Sorrentino) E’ come se si iniziasse ad avvertire all’improvviso un profumo di fresco, e di buono. Non più l’odore della naftalina, ma qualcosa di diverso, di fragrante, quindi di inatteso. In un paese per vecchi, e in una serie A per anziani mestieranti al tramonto com’è ormai diventata da alcuni anni in qua, si sta facendo spazio una nuova generazione. Così, di colpo. Ventenni, ventunenni e persino diciannovenni che esplodono, segnano, fanno parlare di sé: solo nell’ultima giornata di campionato, ecco i gol di Savic (21 anni) e Krsticic (22) in Fiorentina-Samp, di Destro (21) in Siena-Roma, di Gabbiadini (21) in Bologna-Atalanta, di Stoian (21) e Said (19) in Genoa-Chievo, di Belfodil (20) in Lazio-Parma, di Pereyra (21) in Udinese-Cagliari, per tacere della doppietta a Catania dell’ormai affermato Faraone, il ventenne El Shaarawy che è addirittura capocannoniere del campionato con 12 gol, e senza dimenticare che anche ventitreenni come Angella (Udinese) o Paloschi (Chievo) sono andati in gol e sono ancora giovanissimi.
La tendenza della serie A sembra felicemente questa, dunque. Ventenni o poco più che si prendono le loro brave responsabilità, e giocano titolari, e non li togli più perché sono più bravi degli altri, e se anche sbagliano qualche partita li tieni ancora lì, perché è giusto e perché in fondo non ci sono più tante alternative. Già, la verità è che l’esplosione di giovani nel nostro campionato è dettata anche dalla necessità, o dall’emergenza: ormai sperimentare è d’obbligo, vista la fuga di talenti e talentini che la serie A ha registrato nelle ultime cinque stagioni, quindi proviamo con quello che si ha in casa. Forse non è un caso che la Juve prima in classifica abbia in Marchisio, un ex giovane del vivaio (ormai va per i 27 anni), uno dei suoi simboli, insieme a Giovinco. E non è affatto un caso che rispetto a due stagioni fa, il numero degli under 22 che è andato in gol in serie A sia più che triplicato: due anni fa erano stati 7, ora sono già 25: oltre a quelli già citati, non si devono dimenticare i gol segnati finora da Lamela (Roma, 20 anni, 8 gol), da Insigne (Napoli, 21 anni, 3 gol), dai diciannovenni Pogba (Juve) e Dybala (Palermo) con 2 reti a testa come il parmense Nicola Sansone (21 anni, 2 gol), dal ventunenne Florenzi (Roma, 2 reti), dall’atalantino De Luca (21 anni, 1 gol), dal ventenne Taider (Bologna), da Ljajic (Fiorentina, 21), Bertolacci (Genoa, 21), Merkel (Genoa, 20), Coutinho (Inter, 20), dai diciannovenni del Pescara Caprari e Quintero, dal romanista Nico Lopez (19 anni), dal doriano Icardi (19), dal torinista Stevanovic (21).
E non di soli gol si vive, ovviamente. Così ecco l’affermarsi lento, ma perentorio, di qualche talento difensivo di cui si parlerà nei prossimi anni, come il diciannovenne Juan Jesus dell’Inter, ormai titolare da tre mesi, o il milanista De Sciglio, 20 anni, proveniente dal vivaio rossonero come il torinista Darmian, già 23 anni, o come Romagnoli (22) del Pescara, mentre si segue con interesse Cavanda (21) della Lazio e il tenero, perché ancora giovanissimo, Marquinos della Roma (18 anni). Tra i centrocampisti si sono messi in evidenza il romanista Tachtsidis (21) e Allan (21, Udinese), mentre ha meno spazio il coetaneo Cofie nel Chievo, ma occhio al doriano Obiang, che a 20 anni è titolare fisso e soprattutto lo è da un paio di stagioni alla Samp. Degli attaccanti s’è già detto quasi tutto, a parte il fatto che c’è anche il ventiduenne Immobile nel Genoa a far parlare di sé, mentre nel ruolo di portiere i giovani faticano ancora tantissimo a farsi spazio in serie A: l’unico in evidenza è il ventenne Perin del Pescara, che sta facendo la sua esperienza nonostante qualche gol e qualche lacrima di troppo, come quelle che gli sono sfuggite dopo aver beccato cinque gol dalla Juve, ma anche quello fa parte del percorso. E non dimentichiamo che in serie A è pieno anche di ventitreenni di grande valore, giovani anche loro, solo non più sbarbati: Bonaventura dell’Atalanta, Castro e Rolin nel Catania, Jonathas e Weiss nel Pescara, Avelar nel Cagliari. Ma che bella serie A, ci capita di colpo. Forse c’è addirittura qualche speranza per il futuro, chi l’avrebbe mai detto?