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LA CORRIDA Dilettanti allo sbaraglio: Sabatini e la filosofia

La “Corrida”…dilettanti allo sbaraglio

Nuovo appuntamento con la rubrica firmata Gazzetta Giallorossa. Questa volta dedichiamo la nostra attenzione alle dichiarazioni più o meno indovinate  da parte dei “nostri” dirigenti, spesso in difficoltà nel gestire le situazioni come la Roma sul campo. L’obiettivo è rivolto oggi alle parole rilasciate dal direttore sportivo Walter Sabatini ai microfoni di Roma Channel:

I ragazzi hanno trovato subito la forza di tirarsi su dopo la sconfitta del derby. Una sconfitta così ti manda in catalessi almeno per un mese. L’obiettivo in campionato è quello di ottenere un posizionamento decoroso, almeno la Champions. L’obiettivo che ho in mente io e che devono avere anche i ragazzi è quello di consolidare l’idea di noi stessi, voler essere qualcosa di importante, attingere a tutte le nostre risorse per essere competitivi tutte le domeniche. Noi siamo ancora un pochino liquidi come idea, non sappiamo bene chi siamo e dove possiamo arrivare. In certi frangenti delle partite, vedendo alcune cose che i ragazzi hanno costruito, fanno pensare che si possa fare qualcosa di importante. I tifosi sono più lungimiranti di chi fa il calcio, di chi lo racconta e di chi lo costruisce. Hanno la sensibilità di capire: nel primo gol a Siena abbiamo un lancio di Tachtsidis, che è del ’91, assist di Florenzi, che è un ’91, e gol di Destro che è ’91. Non è un autocelebrazione, è un fatto. Tre ragazzi del ’91 hanno costruito un’azione gol straordinaria da rivedere 10 volte “.

Ci risiamo, il buon Walter è ricaduto nella spirale della retorica filosofica a lui tanto cara. Analizzando queste sue affermazioni vengono diversi dubbi. Andiamo per ordine. Nella prima parte sembra esserci finalmente un minimo di concretezza e praticità, con l’obiettivo dichiarato di arrivare ad un piazzamento tra le prime tre, anzi per l’esattezza “Ottenere almeno un posizionamento in Champions“. Subito dopo però il discorso ricade sul vago, l’obiettivo si sposta su un’idea da consolidare, su una consistenza della squadra “liquida” da superare, per la serie un passo avanti e almeno due indietro, per non sbilanciarsi troppo. Ma la parte più “pericolosa” è certamente la seconda: sapere che i tifosi sono più lungimiranti di chi svolge un ruolo da professionista nel calcio, fa sorgere la domanda spontanea: Allora chiunque potrebbe ricoprire il ruolo di dirigente… Poi la chiusura sulla fissazione dell’età. Ad ascoltare Sabatini sembra esserci un surplus di punti in classifica se i gol vengono realizzati dagli Under piuttosto che da gente matura. La prospettiva rappresentata dai ’91 giallorossi (più Destro e Florenzi di Tachtsidis) è di certo rosea e di buon auspicio, ma non va dimenticato che il gol vittoria è stato messo a segno da un “bambino” di 35 anni, tal Simone Perrotta, esempio di serietà e professionalità, a dimostrazione che l’esperienza non va allontanata come la peste. Per Walter, parafrasando Venditti, “La (filosofia) non sarà mai il mio mestiere“…

 

A cura di Rocky & Apollo

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