(U. Trani) – C’è sempre Daniele De Rossi al centro del pianeta Roma. Anche se non gioca da tre partite dopo la manata a Mauri nel derby e se non è sicuro di essere titolare sabato sera contro la Fiorentina per timbrare la presenza numero 400 in giallorosso. Si parla, tanto e in alcuni casi troppo, del vicecapitano. Ultimamente messo, a Trigoria, spalle al muro. Sia se va in campo, sia se non è presente. Fa effetto che a tornare sulla questione del suo complicato rapporto con la squadra per cui fa il tifo da bambino sia Zdenek Zeman, in un’intervista al Tg1, rilasciata proprio nel giorno in cui in allenamento gli dà spazio da intermedio, nel ruolo che considera più adatto per il centrocampista, con Tachtisidis in mezzo e Florenzi da interno sinistro. «Distruttore meglio che regista» la sintesi del pensiero tecnico-tattico del boemo.
IL MESSAGGERO Zeman: “De Rossi mi ha deluso”
Interpretare, ormai, fa rima con sbagliare.
Perché leggendo o ascoltando le parole di Zeman ognuno si può fare la sua idea. Se, ad esempio, è il boemo ad aver preso di mira il nazionale giallorosso o se vuole solo stimolare il centrocampista; se il boemo insiste perché convinto che il giocatore sia sul punto di dire addio, magari già a gennaio o se è la società giallorossa, preoccupata dal bilancio in rosso, a sperare che Daniele chieda di andar via. Vero o falso, si saprà presto, tra un mese, o magari più avanti, in estate. Il presente è la cronaca. Che si restringe alle ultime frasi di Zdenek su De Rossi. Eccole, buone per arricchire di nuovi capitoli una vicenda che appartiene a un titolare dell’Italia vicecampione d’Europa e non della Roma sesta in campionato (tre vittorie di fila senza Daniele), a un giocatore che è anche il più pagato, con l’ingaggio da 6
milioni netti all’anno, della storia giallorossa.
«De Rossi non è una nota dolente. È importante, ha fatto una buona carriera, ma finora non ha reso da De Rossi per problemi di affiatamento con la squadra. Spero che torni quello delle passate stagioni». Semplice e quasi banale, Zeman è coerente: nelle ultime tre settimane si è complimentato per l’impegno con il giocatore, disponibile nel lavoro quotidiano nonostante fosse squalificato. Ma non gli dà la garanzia del posto, sabato contro la Fiorentina: «Si vedrà, si sta allenando bene, con applicazione. Spero che riesca a fare meglio. Come prima».
Se c’è, invece, da spiegare le performance sbiadite di Daniele, il boemo non si sbilancia: «Ho tante ipotesi, ma forse sono sbagliate e quindi meglio non farle. Forse all’inizio del campionato è stato disturbato dal fatto se scegliere di restare o andare via. È da Roma, non è da Roma, il City che lo vuole o altri club… Questo può influire». Psg, Real o City le aspiranti al cartellino del ventinovenne di Ostia. L’asta, però, non ci sarebbe. Perché a Zeman non risultano tutte queste offerte: «Bisogna vedere se arrivano. A me personalmente nessuno ha chiesto nulla. Qualcuno dice che lo vogliono dieci squadre, io qualche dubbio ce l’ho perché poi quelle fanno altre scelte per il suo ruolo…». Dopo la stoccata, la previsione: «Per me a gennaio resta, spero che faccia bene. Dipende dalla sua voglia di restare». A De Rossi nessuno perdona più niente. Per primo il suo allenatore: «Mai avuto problemi con lui pure se dopo la Juventus ci sono rimasto male per le sue dichiarazioni. Ma ora è passato».
Nell’intervista al Tg1, Zdenek va pure oltre il caso De Rossi: «Con la Fiorentina non è una sfida particolare. A parte Montella non conosco nessuno. E non ho avuto alcun contatto con i Della Valle. Vincenzo mi è venuto a trovare a Pescara: lo stimo, ha fatto bene anche l’anno scorso, ha una squadra competitiva, gli piace attaccare come a me». Gli sorridono gli occhi quando cita Totti: «Sono felice: ha lo stesso rendimento di tredici anni fa. Dà il meglio in campo e trascina i compagni».