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GAZZETTA GIALLOROSSA Bradley e Tachtsidis, di lotta e di governo

Tachtsidis contrasta cuadrado

Quarta vittoria consecutiva per i giallorossi, frutto di una grande prova sotto il profilo tecnico oltre che mentale. L’avversario in questione per mole di gioco espressa fin ora poteva considerarsi certamente di rango e per fare bottino pieno non si poteva prescindere da una prestazione di livello. A parte Totti, per il quale sarebbe necessario scrivere una intera letteratura epica al fine di commemorarne le gesta, non sono passate inosservate le prestazioni di Bradley e Tachtsidis, elementi non di spicco in questa rosa, che attraverso il grande lavoro e lo spirito di sacrificio si stanno ritagliano una spazio importante conferendo il tanto agognato equilibrio ad una squadra tanto letale negli ultimi 30 metri quanto imbarazzante in fase difensiva, il tutto a dispetto della presenza di due centrali di qualità come Castan e Marquinhos.

L’americano in fase di impostazione è risultato propositivo, nel ruolo di mezz’ala; seppur sbagliando molto, commettendo diverse imprecisioni nei passaggi, ha dato la sensazione di essere un interprete importante nell’economia della manovra di squadra, specialmente in fase di contenimento, riuscendo sovente a coprire egregiamente gli spazi, intercettando un’ enorme quantità di palloni e fornendo alla squadra maggior sostanza e, soprattutto, quell’equilibrio che all’inizio dell’anno sembrava introvabile nel computo delle due fasi, offensiva e difensiva. Insomma non disporrà di una eccelsa qualità, peculiarità fondamentale negli ultimi trenta metri dove Micheal ha evidenziato più di qualche limite, però l’impegno, la verve e la disponibilità al sacrificio di questo ragazzo sono tutte caratteristiche necessarie alla Roma di Zeman che senz’altro può avvalersi di ben altri calciatori per quanto concerne la concretezza e la qualità offensiva ma necessità anche di calciatori operai in grado di “far legna”.

Per il greco invece si è trattata di una prestazione a fasi alterne, tutto sommato convincente: molto spesso appare lento e sbaglia ancora troppi palloni ma è pur vero che ne gioca davvero tanti, ed il cercare la verticalizzazione in maniera cosi esasperata, spesso lo espone a figure non troppo esaltanti. La posizione di vertice basso per caratteristiche fisiche gli si addice, ed il calciatore ha evidenziato una buona crescita in fase di interdizione, coadiuvato senza dubbio da Micheal Bradley che ne agevola i compiti di copertura. Panagiotis inoltre sta mostrando di avere personalità ed abnegazione nel lavorare, stretto nell’insensato dualismo creato con una presenza ingombrante ed allo stesso tempo schiacciante per qualunque esordiente, come quella di Daniele De Rossi, un campione del mondo. Ieri sera da subentrato il numero 16 giallorosso ha dato prova di avere un piede meno sensibile del greco in cabina di regia, sbagliando parecchio, quasi l’intera totalità dei palloni giocati, avallando in un certo qual senso, le incaute dichiarazioni di Zeman proferite durante la settimana, quindi nel giudicare la sua prova, a parziale scusante, si può annoverare certamente la controversa situazione in cui si trova il centrocampista di Ostia, un valore assoluto, di importanza capitale, che però stenta, e non poco, a ritagliarsi la giusta collocazione in un modulo che non ne esalta le peculiarità, almeno fino a questo momento. Ad ogni modo tornando al tanto vituperato Tachtsidis, le qualità evidenziate dal ventunenne greco, sicuramente ancora inesperto, non possono passare inosservate: infatti il ragazzo sembra prodursi nel massimo sforzo, cercando di andare oltre i propri limiti per interpretare con grande disponibilità i dettami dell’allenatore in maniera convinta, condizione che qualche volta lo porta ad eccedere nel cercare la giocata, sbagliando, ma è fuor di dubbio che seppur con alti e bassi, è un elemento in crescita sul quale insistere, avendo dalla sua, buoni margini di miglioramento vista l’età, per di più nelle ultime partite i più accorti avranno notato l’aumentare del suo raggio di azione, in porzioni di campo più vicine alla porta avversaria, salendo anche nei calci piazzati – differentemente alla prima parte di stagione quando rimaneva spesso nella sua posizione – divenendo in tal modo, specialmente per statura, una risorsa in più nelle palle alte anche in fase offensiva, come dimostra la rete di ieri ed un’altra azione simile, conclusa con un colpo di testa alto. Insomma con la giusta serenità il calciatore greco può rendere di più anche se deve ancora lavorare molto soprattutto sulla rapidità.

L’impressione è che con il giusto tempo l’intera squadra, per età media la più giovane della serie A, con un ’94 tra i titolari(unica in Europa assieme al Saint Etienne) possa crescere davvero tanto, consolidandosi attorno alle convinzioni del proprio allenatore – il quale sta mostrando responsabilità nel raggiungimento di un compromesso in linea con le caratteristiche degli elementi a sua disposizione – offrendo, oltre allo spettacolo, continuità di rendimento. Per ora i risultati pian piano stanno arrivando, non sarà scudetto ma certamente dopo anni di delusioni la gente romanista inizia ad intravedere un barlume di luce.

 

A cura di Danilo Sancamillo

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