(U.Trani) «E’ la mia squadra anche quando si vince e non solo quando si perde». La precisazione è di Zdenek Zeman, negli spogliatoi dello stadio Adriatico, dopo il secondo dei quattro successi di fila. Nemmeno a lui era piaciuta la vittoria di Pescara. Bocciò l’atteggiamento della Roma che, improvvisamente, decise di gestire il risultato. In più criticò i suoi giocatori per essere stati poco concreti davanti alla porta avversaria. I giallorossi, in questo senso, giocarono male pure per chi, da inizio luglio, sta cercando di darle un’idea di calcio offensiva e sempre propositiva. Anche in quel pomeriggio davanti al mare, però, il suo gruppo era stato capace di costruire tante occasioni da gol. E’ lì, nelle chance avute anche all’interno di una prestazione opaca, l’impronta del tecnico di Praga: il tiro al bersaglio. Ecco perché sentì sua la squadra, accontentandosi dell’1 a 0 del 25 novembre, punteggio striminzito che lui conosce e riconosce poco.
Non si smetterà mai di guardare la Roma in un modo quasi esclusivo, come non si fa con nessun’altra formazione del campionato. Mettendole addosso l’etichetta di zemaniana o di non zemaniana, a seconda delle circostanze e dei punti di vista. Se subisce una rimonta o incassa diverse reti, se spreca e si fa raggiungere, allora sì che appartiene al boemo. Se non prende reti, come è accaduto già tre volte in questo torneo, e addirittura vince di misura segnando solo una rete come accadde a Pescara. Da due partite, però, Zdenek sta mettendo d’accordo un po’ tutti. A prescindere dagli interpreti, il gruppo sta crescendo nell’intensità e nella continuità. Dà spettacolo.
11 MARCATORI
La giostra del gol, insomma, inizia a entusiasmare. Perché gira come vuole Zeman. La Roma è l’unica squadra della serie A ad aver fatto centro in tutte le partite, ha nettamente il miglior attacco del campionato, almeno un giocatore del suo tridente è sempre andato a segno e 27 reti su 35 (per la classifica sono 38, perché vengono contate anche le tre del successo a tavolino contro il Cagliari) sono state firmate proprio dalle sue punte, quasi l’ottanta per cento della produzione realizzativa. Osvaldo e Lamela sono già a quota 8 pur non avendo giocato tutte le gare, anzi perdendone diverse; Totti è salito a 6, grazie alla prima doppietta stagionale che ha sommato a due assist nella splendida prestazione contro la Fiorentina sabato sera. Sono 4 i gol di Destro e anche Lopez ne ha fatto uno proprio alla prima giornata di questo torneo, scegliendo il modo migliore per un attaccante per festeggiare il debutto in serie A. Da due gare Zeman sta utilizzando Pjanic da attaccante largo. Al bosniaco ha dato spazio nel tridente. Nel nuovo ruolo non ha ancora lasciato il segno, ma 2 reti le ha segnate pure lui. Da centrocampista offensivo. Se contassimo anche quelle, sarebbero 29 su 35. Nella capitale, Lazio compresa, mai il boemo, comunque, ne aveva contate 38 nelle prime 16 giornate..
Gli altri 6 gol sono divisi tra cinque giocatori: 2 di Florenzi, una a testa per Marquinho, Bradley, Perrotta e Castan. Il brasiliano è l’unico difensore ad aver segnato, tra l’altro togliendo la soddisfazione a Tachtsidis della prima rete in giallorosso: la palla, per la prima rete a Viviano, stava passando la linea dopo il colpo di testa del greco. Sabato sera contro la Fiorentina non c’è stata solo la conferma della facilità con cui le punte fanno centro (3 reti su 4 : il match lo ha chiuso Osvaldo). Al tiro sono andati un po’ tutti. Venti conclusioni, il doppio di quelle degli ospiti. E i difensori premiati dovevano essere due: regolare anche il gol di Marquinhos.
4 DIFENSORI
La condizione fisica sta spingendo la Roma verso l’alto, con la zona Champions sempre più vicina. Zeman, anche cambiando spesso interpreti, ha dato equilibrio al suo assetto. Sia giocando con il tridente pesante, come a Pescara, sia con i due registi offensivi, come nelle ultime due gare, quando ha avanzato in attacco pure Pjanic, liberando il genio del bosniaco alle spalle della prima punta. Di sicuro ha anche trovato la linea difensiva titolare: Piris, Marquinhos, Castan e Balzaretti. Con loro quattro dall’inizio, sei vittorie su sei. Perchè contano i gol degli attaccanti, ma anche la differenza reti, ora più 12. Solo quella della Juve è nettamente migliore.