(L. Valdiserri) – La nebbia nasconde il gol alla Roma che, per la prima volta in stagione, non ne segna nemmeno uno, perde contro il Chievo con un gol di Pellissier al 42’ s.t. (mentre era praticamente in dieci, con Marquinhos azzoppato da una distorsione alla caviglia) e interrompe la striscia di 5 vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia. Ma nel dopogara e nei giorni a seguire—sabato ci sarà un delicatissimo Roma-Milan — il temadel discorso è stato e sarà l’arbitraggio di Bergonzi, molto infelice.
Se al posto del Chievo ci fosse stata una «grande» si sarebbe parlato di sudditanza psicologica. Almeno quattro gli episodi importanti, tutti di non facile lettura: l’ammonizione al diffidato Castan, un rigore non concesso a Totti per fallo di Dainelli, un rigore non concesso a Balzaretti su intervento alla disperata di Guana e il gol di Pellissier, partito in probabile posizione di fuorigioco di rientro.Decisioni difficili, lo ripetiamo, ma quattro su quattro sfavorevoli alla Roma. Così Zeman ha deciso di non parlare, Totti ha preferito stare zitto «se no mi squalificano», il d.g. Baldini ha scomodato Gesù quando in tv gli hanno detto che c’erano due rigori per la Roma: «Direi che il vostro parere è più autorevole del mio. Mi accontento di dire: tu l’hai detto, come fece qualcuno più in alto di me a Ponzio Pilato».
Detto che le partite si possono vincere anche non giocando bene è comunque utile analizzare dove la Roma è stata meno convincente che nelle ultime uscite e come il Chievo ha trovato il modo di mettere in cascina tre punti importantissimi, in una striscia di nove in tre partite.Zeman ha lasciato ancora fuori De Rossi per Tachtsidis, che deve ancora fare tanta strada per avvicinarsi ai livelli del compagno. Rispetto alla squadra che ha battuto la Fiorentina, Osvaldo ha preso il posto di Destro e non è stata una scelta confermata dal campo. Il centravanti non ha partecipato alla manovra e non ha aiutato la squadra. Nervoso, ha avuto un battibecco con alcuni tifosi alla stazione di Verona. Non è sembrata convincente neppure la sostituzione di Pjanic con Lamela. Sarebbe servito di più togliere un centrocampista e«abbassare» il bosniaco.
Ma questo è il senno di poi. La Roma ha avuto più occasioni, ma quasi mai nitide. Il gioco non è stato fluido e non è arrivato nemmeno il colpo del singolo. Una giornata nera dopo una sfilza di gare buone. Può capitare, ma il problema è che, quando devi inseguire, ogni piccolo rallentamento viene pagato carissimo. Il Chievo si è schierato «a specchio », con Hetemaj e Thereau larghi, in un 4-3-3molto difensivo. Non era Corini, del resto, ad avere in panchina De Rossi («Chi non gioca non può essere contento, ma per noi resta importante », ha detto Baldini), Lamela e Destro.Ha giocato una gara onesta, si è arroccato davanti al bravo Sorrentino e ha atteso l’occasione, che è arrivata proprio alla fine. Non è un problema suo, ma di Nicchi, il crollo verticale degli arbitri.