(F. Oddi) – Lo firmò a Roma uno dei suoi primi gol pesanti Stephan El Shaarawy. Stagione 2008-09, non all’Olimpico perché ancora non si usava: la tradizione di far giocare nello stadio dei grandi la finale di Coppa Italia nacque quell’anno ma nella gara di ritorno. All’andata l’attuale capocannoniere della Serie A andò a bucare la porta del campo principale di Trigoria. Neanche quattro mesi prima l’italo-egiziano si era affacciato nel calcio dei grandi, diventando il più giovane esordiente della storia del Genoa. Era considerato un talento straordinario ma discontinuo.
Quel giorno La Roma, con Florenzi, D’Alessandro, Crescenzi e Stoian, partiva con i favori del pronostico, lui la infilò dopo mezz’ora con un gran tiro all’incrocio dei pali, da fuori area. I giallorossi pareggiarono con quello che allora era il suo alter ego e compagno d’azzurro Stefano Pettinari. Vinsero su autogol, il ritorno si giocò a Marassi: 2-0 e Coppa Italia al Genoa. Segnò Boakye, oggi al Sassuolo, raddoppio di Cofie, domenica impegnato nella nebbia di Chievo. El Shaarawy non c’era: stava in Germania, con l’amico Perin, per l’Europeo Under 17.