“Ognuno lascia una traccia sulla terra. Il suo cammino è una storia che rimarrà incisa nel cuore di chi lo ha amato”. Così scriveva Quasimodo e così è: chi vive nel cuore di chi resta non morirà mai. Così come Antonio, un ragazzo follemente innamorato di Roma e della sua squadra, al quale in un aprile di 23 anni fa un manipolo di vili ha tolto la vita a suon di botte. Ma lui, come tutti gli altri, non se n’è andato, è rimasto sempre con noi. Come ieri sera: Antonio era lì, con indosso la maglia giallorossa, nel cuore della sua curva, a cantare e gioire per la sua passione più grande. Era felice ieri Antonio, era raggiante nello sventolare quella bandiera. Rideva e scherzava con tutti, con i suoi amici di sempre, con la sua gente. Era bello e candido, con quella spensieratezza di un ragazzo di quasi diciannove anni, che con la maglia della sua squadra del cuore cucita addosso sta facendo la cosa più bella del mondo: tifare la Roma. Perché da quel 4 giugno dell’89 Antonio non ha mai smesso. C’è sempre stato. Perché Antonio siamo noi, che domenica dopo domenica continuiamo a fare ciò per cui ci ha lasciati. Perché Antonio la domenica viene allo stadio con noi, soffre, lotta e grida insieme a noi. Lo ha sempre fatto e sempre lo farà. Ma ieri sera era più bello del solito, su quella balaustra con il suo vessillo fra le mani e i capelli a vento. Magari lo abbiamo visto in pochi, ma c’era. Si è anche girato per guardarci, ha sorriso e poi intento a sventolare la propria bandiera è tornato a guardare il campo e ad incitare la squadra, spingendo assieme a noi la palla in rete per ben quattro volte. Lo spettacolo di ieri sera era tutto per lui, e, guardando quanto eravamo belli, spero sia stato contento e magari un sorriso su quel viso angelico siamo riusciti a rubarglielo. Anche piccolo, non importa. L’importante è che la sua gente non lo abbia dimenticato e ieri sera glielo abbia fatto sentire con i suoi abbracci, con il suo calore e con la sua passione. Antonio non è morto e mai morrà, perchè la gente che lo ha sempre amato continuerà a rendergli l’eternità. Buon Natale Antò, ieri sera era tutta pe’ te…
Edwin Iacobacci