(F. Bianchi) – Problema stadi: non scopriamo certo nulla dicendo che molto spesso anche quest’anno sono mezzi vuoti. E’ un male antico, ormai. Ma volendo qualcosa si può fare: lo ha dimostrato la Juventus. I club, però, dovrebbero darsi una svegliata, venendo incontro finalmente ai loro tifosi. Con iniziative, promozioni, sconti, eccetera. Con un rapporto più stretto con i loro tifosi-clienti. Va risolta anche la situazione delle trasferte: ora possono andarci solo quelli che hanno la tessera del tifoso. Perché sono i bravi e gli altri sono i cattivi? E chi l’ha detto? Dopo gli incidenti di Coppa Italia a San Siro, in occasione della gara con l’Inter, a 63 tifosi del Verona è stato dato il Daspo ed è stata ritirata loro la tessera del tifoso. Altri veronesi, sempre con la mitica tessera del tifoso, erano andati a Livorno per insultare la memoria di Morosini (quattro Daspo) e per cercare di creare disordini, scongiurati dalle attente misure di sicurezza messe in atto dalla questura livornese.
Tutti “tesserati”, e allora? I tifosi della Roma, abbonati alla curva Sud, riempita dopo anni, hanno utilizzato un voucher di mini-abbonamenti studiato da Fenucci, sono stati schedati come tutti grazie al sistema della “questura on line”, però, non avendo la tessera del tifoso, non possono andare in trasferta. Non è giusto: la Roma sta risalendo la classifica, dopo aver fatto fuori il Milan, e merita di essere seguita anche in trasferta dai suoi tifosi. Ci appelliamo all’Osservatorio del Viminale: a Pasquale Ciullo, che la dirige, e a Roberto Massucci, che è il suo vice e che conosce bene il mondo del calcio, non solo in Italia. Facciano in modo che, già girone di ritorno, anche i tifosi giallorossi possano andare in trasferta. All’Olimpico c’erano 2200 sostenitori del Milan: perché la Roma non può avere i suoi al seguito? La situazione dell’ordine pubblico d’altronde è nettamente migliorata in questi anni: un arresto a Roma in un tentativo di agguato ai pullman dei tifosi milanisti. Qualche striscione vergognoso, ogni tanto, soprattutto dove le questure mollano la presa. Ma non ci sono più o quasi incidenti, zero lacrimogeni, pochissimi feriti. Ricordiamo cosa era qualche anno fa, un’autentica vergogna di cui parlava tutta l’Europa.
Ora i nostri stadi, pur mezzi vuoti, sono più vivibili. Bisogna però che l’attenzione sia sempre al massimo, e le società collaborino con l’Osservatorio. Cosa che raramente fanno, soprattutto quelle di serie A. E poi bisogna anche che alcune questure si sveglino: non ancora identificati a Roma gli autori del raid a Campò de Fiori (tranne due, ultrà giallorossi, che restano in carcere) e nemmeno chi ha messo striscioni vergognosi a Torino, contro la tragedia di Superga, a Milano, contro Pessotto, e a Bergamo. Troppa tolleranza. Grottesca poi la situazione dello stadio del Cagliari: un ridicolo balletto fra Prefettura, club, Lega Calcio che dura ormai da troppo tempo. Col risultato che venerdì sera il Cagliari ha dovuto giocare la sua partita “casalinga” con la Juventus a Parma, nel deserto o quasi. Non si sono visti nemmeno i tifosi juventini, figuriamoci quelli sardi. Grandissimo Maurizio Beretta, n.1 della Lega A, che a Stadio Sprint ha dato ragione a tutte e due le società, al Cagliari come alla Juventus. Lui d’altronde non vuole avere grane: chissà mai che lo rieleggano? Ma qui ci vuole una Lega forte. Che si sappia imporre. Che dia credibilità al campionato. Andrea Abodi non si arrende: ha preso 11 voti e deve arrivare almeno a 14 il prossimo 11 gennaio. Non facile. Il suo rivale Simonelli è fermo a sei, pur avendo dalla sua Milan e Lazio.
Ci sono due blocchi contrapposti ormai, col rischio di uno stallo sino a primavera. Cosa già successa, in Lega. La Lega di B, di cui Abodi è stato presidente sino a poco tempo fa, invece va all’assemblea il 28 dicembre e potrebbe eleggere l’attuale vicepresidente Salvatore Gualtieri. Anche se ci sono molti presidenti che preferirebbero aspettare e vedere come finisce con la Lega maggiore. Il lavoro in questi due anni di Abodi sta portando i primi frutti: 4-5 Comuni si stanno già interessando al progetto-stadi, anche se la famosa legge è finita, come previsto, nel nulla. La classe politica ha fatto un’altra pessima figura. E ora il Pdl accusa il Pd, e il Pd accusa il Pdl. Che tristezza. Tornando alla B, ecco la novità di fine anno, in stile inglese. Tre giornate in otto giorni: si gioca oggi, mercoledì nel giorno di Santo Stefano e si chiude domenica 30. Poi una lunga sosta, sino al 26 gennaio. Un esperimento. Da altre parti ha avuto successo. La A non ne vuole sapere. Tutti al mare, tutti al mare…