(U.Trani) – Marcello Lippi è a Roma da domenica, per passare le feste di Natale a casa della figlia Stefania, con la moglie Simonetta e il nipotino Lorenzo. In Cina da maggio, con il Guangzhou ha vinto scudetto e coppa.
«E ho cambiato le loro abitudini. Il primo giorno di allenamento mi dissero che avrei trovato la mia roba in camera. Ci spogliavamo in albergo e andavamo in pullman al campo. Tornavamo a farci la doccia nella nostra stanza. Sul bus, sudati e con l’aria condizionata al massimo. Dopo le prime tre partite, ho portato tutti i ritiro per dieci giorni. Adesso, un’ora prima del lavoro, appuntamento al centro sportivo. Si fa tutto lì. Anche per socializzare».
E la Roma?
«A volte è straripante. Proprio contro il Milan ha mostrato di che cosa sia capace, avendo grande qualità nei suoi singoli che riescono ad esaltarsi nello spartito scelto dal tecnico. Ma non dà certezze. Perché poi cade come a Verona contro il Chievo. Deve evitare, insomma, i black out».
Totti che sta trascinando la Roma?
«Il paragone non si può fare. Alex avrebbe voluto chiudere alla Juve. Ha però dovuto lasciare e ha scelto l’Australia per non giocare più a certi livelli, pur avendo alcune proposte interessanti in Europa. Francesco, invece, fa bene a continuare con la Roma. È un giocatore senza età. Lo avete mai sentito parlare di addio al calcio? Mai. Non ci pensa. Gli ho inviato un messaggio per Natale: è un piacere vederti giocare così. Fisicamente e mentalmente è al top. Si diverte»
A 36 anni, Totti continua battere record: quale crede che sia il suo segreto?
«La disponibilità che offre ai tecnici e ai compagni. I gol li ha sempre fatti, ma ora lotta e corre più di prima. Mi ricorda Zidane. Quando Conte perdeva palla, il francese andava a riconquistarla. Era un esempio. Perché gli altri dicevano; se lo fa un campione come lui, se fa questo per noi… Tutti nella Roma sono spinti a dare di più proprio seguendo l’atteggiamento di Francesco».