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IL MESSAGGERO Il futuro è giocare a Natale

Damiano Tommasi

(G. De Bari) – L’esperimento di giocare anche nel giorno di Santo Stefano fa discutere e promette di aprire scenari nuovi sul campionato. Ha cominciato la serie B e probabilmente, nel prossimo dicembre, toccherà pure alla serie A. Una novità che, secondo le prime testimonianze, sembra riscuotere consensi anche se Aic e Figc frenano in attesa di affrontare a fondo la questione, come è accaduto per il campionato cadetto. Nel giorno di festa, e con le scuole chiuse, i tifosi hanno risposto bene all’iniziativa, almeno sotto questo profilo l’esperimento ha quindi fornito risultati positivi.

L’ATMOSFERA Dario Marcolin, allenatore del Modena, parla di come la squadra ha vissuto il cambiamento. «Ci siamo allenati la mattina di Natale, poi pranzo in famiglia a casa e la sera del 25 tutti in ritiro. C’è stata un’atmosfera nuova e simpatica, che ha portato una ventata di allegria. Il giorno dopo sono venuti allo stadio anche i parenti dei calciatori che non sono apparsi contrariati a giocare il 26, come accade anche in Inghilterra dove il campionato non si ferma neppure il primo di gennaio. Certo, le formazioni che hanno affrontato trasferte lunghe, avranno incontrato dei problemi però il sacrificio sarà ricompensato dalla sosta di dieci giorni che seguirà il turno in calendario di domenica 30. Sono convinto che nel 2013 anche la serie A scenderà in campo, come la B, a Santo Stefano. La strada è stata aperta, non resta che seguirla».

Un altro tabù sembra destinato a cadere. «Personalmente sono favorevole a questa novità – spiega Cristiano Bergodi, tecnico del Pescara – i riscontri arrivati dalla B inducono a credere che l’iniziativa si possa allargare. Probabilmente andrà rivisitato l’intero calendario della stagione ma penso ci saranno i presupposti per farlo. Se è riuscito alla B, che ha un campionato di 42 giornate, perché non potrebbe farlo anche la serie A? Basterà discutere il problema e organizzarsi per il meglio, con l’accordo di tutti. Fermo restando che, per le condizioni climatiche e quelle dei campi, una pausa invernale diventa necessaria. Però, per quanto concerne il campionato al 26 dicembre, sono d’accordo, soprattutto dopo l’esperimento positivo effettuato l’altro giorno».
Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, non si dice contrario a portare la novità in serie A, però mette dei paletti. «Con la serie B ci siamo seduti al tavolo trovando l’intesa giusta. Si è deciso di giocare in questo periodo per garantire al campionato cadetto una maggiore visibilità e affluenza di pubblico. Per la serie A, però, credo che il discorso diventi più complicato. Avevamo concordato di giocare la prossima giornata interamente il 6 gennaio, invece abbiamo visto che sono stati disposti due anticipi. Qui si fa di tutto per non avere una pausa che, a nostro avviso, resta indispensabile per evitare di giocare su campi dove si mette a rischio l’incolumità dei calciatori. In Inghilterra il giorno di Natale non ci si allena, da noi ho visto che è stato fatto, compreso il ritiro. Anche questo sarebbe un aspetto da discutere con le società».
GLI STADI Sulla stessa lunghezza d’onda il vice presidente della Federcalcio, Demetrio Albertini. «Io dico che l’esperimento effettuato andrà valutato. Con la serie B è stato trovato l’accordo, probabile che si possa fare per la A. Sento tanto parlare di copiare l’Inghilterra ma non abbiamo né gli stadi inglesi, né lo stesso clima, perciò ci sarà da verificare il tutto per capire dove andare. In Germania il campionato si ferma per un bel periodo invernale. Di sicuro occorre una pausa invernale per consentire ai tecnici di poter allenare le squadre, senza pensare al campionato né alle nazionali».

 

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