(Gazzetta.it – A. Catapano) Guardatelo, i suoi numeri magici riempiono gli occhi. Annusatelo, sa di prato all’inglese e rigori al cucchiaio. Sfogliatelo, è un trattato di alchimia del pallone. Francesco Totti, ovvero la resistenza del campione che profuma di calcio. Il titolo è (involontariamente) suggerito da un racconto dello scrittore e neurologo inglese Oliver Sacks (quello di “Risvegli”, da cui fu tratto il film con Robin Williams e Robert De Niro), dove si elencano le virtù di un libro vero, che profuma di carta, rispetto ai nuovi colleghi elettronici, sempre più popolari, ma ancora poco familiari. Così, Totti — il campione che odora di calcio — resiste all’assalto dei colleghi più giovani: bravi, moderni, efficaci. Ma non ancora alla sua altezza, non con il suo fascino.
Presente — La metafora del libro è quanto mai calzante: tra le opere dedicate e quelle impreziosite da una sua prefazione, il 2012 ha registrato un boom di pubblicazioni intorno a Totti. “E mo’ te spiego Roma”, ammicca il capitano nella sua personalissima guida della Città Eterna recentemente pubblicata da Mondadori. Fa ridere. Sul campo, invece, fa sognare (e segnare). Spiegare calcio gli viene ancora benissimo (con l’assistenza di Zeman, grazie al quale è calato cinque chili). Ne sanno qualcosa i tifosi romanisti, dopo vent’anni sono tutti laureati, e i suoi compagni di corso, soprattutto le matricole, cui fa da professore e chioccia. Pjanic, Lamela, Marquinhos crescono a sua immagine e somiglianza (pur nel rispetto dei ruoli). Ma è ancora lontano il tempo in cui gli allievi supereranno il maestro. Come definirebbe Totti il suo girone d’andata del campionato 2012-13? “Concreto. Poche chiacchiere, tanti fatti”. Lo dicono le partite, che una volta archiviate diventano statistiche. Secondo quelle della Gazzetta dello Sport, Totti è il miglior calciatore della Serie A. Dopo 18 giornate, la sua media voto — 6,79! — è la più alta di tutte (tra i giocatori che abbiano disputato almeno un terzo delle partite). Nella top five seguono l’altro vecchietto Pizarro (6,61), il collega Borja Valero (6,53), il capocannoniere El Shaarawy (6,50) e un habituée degli ultimi campionati, il napoletano Hamsik (6,47). Niente male nemmeno lo scout stagionale del capitano giallorosso: 17 presenze (su 18), 1399’ in campo, sei reti (il terzo goleador della squadra), 5 assist (il primo). Se un marziano col pallino per il calcio sbarcasse oggi a Roma, crederebbe che quei numeri appartengono a un uomo adulto di 36 anni e 3 mesi, giunto alla 21ª stagione tra i professionisti?
Futuro — Nell’agenda Totti per il 2013 ci sono gli stessi appuntamenti fissati da Mario Monti per l’Italia che verrà: Europa e riforme. Totti vuole riportare la Roma in Champions League e provare a rinnovare il suo contratto. Non ne ha ancora parlato con la nuova proprietà, ma avendo più volte espresso il desiderio di continuare fino ai 40 anni, e alla luce delle sue ultime prestazioni, si aspetta che prima o poi qualcuno della società avvii la pratica. Magari già al rientro dalla tournée in Florida che scatta oggi. Altrimenti, il campionato che verrà — 2013-2014 — sarà l’ultimo (in assoluto o con la maglia giallorossa?). In quel caso, non ci saranno altre occasioni di calcare i palcoscenici della Champions, il suo sogno proibito. Ecco perché per Totti diventa vitale riportare la Roma in Europa. E se la vincesse all’ultimo tentativo? A quel punto, forse, si sentirebbe in grado di lavorare fino a 70 anni. Un po’ quello che Monti sogna per gli italiani.
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