(M.Sconcerti) Ci sono molti sintomi di novità ora che l’anno finisce, ma non è chiaro se riusciranno a cambiare le gerarchie del campionato. Le cessioni di Pato e Robinho non portano grandi danni per l’energia che mancherà, ma per la fuga di qualità che continua ad allargarsi nel Milan. Più che prendere quello che serve, mi sembra si cerchi ancora di vendere quello che si può. Dal punto di vista tecnico, il vero abisso del Milan non è l’attacco, è la difesa. Sarà difficile trovare un attaccante che pareggi i gol subiti da Mexès–Yepes–Acerbi–Zapata, o un centrocampista di forza e regia che sappia rendere verticali i movimenti di Montolivo e Ambrosini. Vedremo alla fine chi arriverà, ma il Milan si sta muovendo come chi vuol conservare qualcosa di già ottenuto, non come chi deve rifondare la squadra e dare senso alla classifica. Nel suo mercato c’è il senso dell’affare, non dell’emergenza.
Alle spalle della Juve due le squadre che hanno più margini di crescita, Roma e Fiorentina. Hanno perso punti all’inizio, da due mesi stanno andando più forte delle altre. La Fiorentina ha un portiere ancora abbastanza sconosciuto (Neto) e un centravanti anche troppo usato (Toni). Dopo gli infortuni avuti, le manca almeno un difensore d’esperienza, sono limiti che potrebbero venir fuori. Nella Roma si aspettano le vecchie prigioni di Zeman, imancamenti improvvisi delle sue squadre, ma non è che siano stati tanti nelle ultime dieci partite. Questa Roma ha numeri e costanza che nessun’altra squadra di Zeman ha avuto. Prende gol come le altre, ma ne segna molti di più. La sua differenza reti è migliore di quella di Lazio e Inter, segno di un buon equilibrio complessivo.
E Lamela ha una media gol più alta anche di El Shaarawy. Se la Roma tiene questa linea di galleggiamento, è forse quella che ha più margini di crescita. Diversi i discorsi per Napoli e Lazio. Sono a loro modo squadre complete, molto forti, avversari veri per la Juve, complessivamente migliori di Roma e Fiorentina, ma molto difficili da migliorare. Hanno meno crescita davanti, forse semmai c’è qualche rischio di recessione. Vedremo cosa porterà il loro mercato. L’Inter ha bisogno di gioco, le manca un Cambiasso giovane, un Aquilani senza problemi fisici, più ancora un giocatore totale alla Marchisio. La politica dei mediani sembra già alle spalle, questo è un buon segno. Il rischio è che mentre la squadra cerca idee e prende tempo per ricostruirsi, passi il tempo e dello stesso Cassano, di solito in grande difficoltà alla seconda stagione nella stessa società.
Dovrebbe, il prossimo, essere l’anno degli stadi, ma non è così scandaloso che ancora non ci sia la legge. Un paese civile avrebbe di sicuro impiegato appena qualche mese, noi siamo fermi da molti anni semplicemente a discutere. Ma in un paese civile sarebbe stato anche più scandaloso avere la legge che molti presidenti volevano, cioè uno stadio per caso in mezzo a centinaia di villette a schiera, cementifici puri strappati ai piani regolatori con la scusa del calcio.