L’ex arbitro internazionale, Massimo Chiesa, ha tracciato un bilancio del 2012 della classe arbitrale italiana. Queste le sue parole:
Qual è stato il miglior arbitro italiano del 2012?
“Guardando solo al secondo semestre si potrebbe dire Rocchi, ma nel primo invece era stato disastroso. Fino a poche settimane fa, anche Bergonzi era andato bene, ma poi è scivolato sul traguardo. Alla fine, per la continuità dimostrata nell’arco dei dodici mesi, direi che il migliore del 2012 è stato Rizzoli“.
E il peggior arbitro italiano del 2012?
“A parte quelli che sono stati messi a riposo, direi Peruzzo e Russo. Per quello che potrebbero fare e che invece non fanno. Per le aspettative e le potenzialità che hanno. E alla quali non hanno dato riscontro“.
All’estero, invece, chi è stato il migliore?
“Senza dubbio il portoghese Proença, che è uscito alla grande da una finale di Champions League molto difficile, oltre che dalla finale di Euro 2012“.
L’episodio, gli episodi o la partita peggio arbitrata dell’anno?
“Senza dubbio Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio. L’errore di Tagliavento sul gol non gol di Muntari fa giurisprudenza. Un episodio impossibile da non vedere anche a occhio nudo, tanto era evidente. L’errore è anche dei collaboratori, è chiaro, ma la responsabilità ultima di una decisione è dell’arbitro, che oltretutto in questo caso avrebbe potuto benissimo vedere da solo l’episodio“.
Una cosa del 2012 da ricordare positivamente invece?
“La crescita di alcuni arbitri, al di là degli episodi. Arbitri come Guida, Massa e Calvarese. Dopo Calciopoli, la classe arbitrale è stata decapitata, con sei-sette internazionali che sono venuti meno. Saranno stati anche dei malandrini, e non li giustifico, ma fatto sta che la classe arbitrale è stata falcidiata. Il compito di Braschi quindi, negli ultimi anni, è stato improbo: ha dovuto ricostruire avendo a disposizione solo due o tre big, come Rizzoli, Tagliavento e Bergonzi, e ha dovuto anche fare i conti con lo sdoppiamento fra Can A e Can B“.
La principale novità del 2012, in Italia, è stata l’introduzione degli arbitri di porta. Un bilancio?
“Il bilancio è negativo. Innanzi tutto, c’è la sensazione che diano all’arbitro centrale la scusa per autoassolversi, delegando la decisione e non assumendola in prima persona. Inoltre, se un arbitro giovane si ritrova un internazionale a fare il giudice di porta, avrà la tendenza psicologica, anche inconscia, ad affidarsi alle sue decisioni, piuttosto che prenderne di proprie. Per un giovane è impossibile non essere condizionato, si tratta di una specie di sudditanza psicologica nei confronti dell’arbitro più esperto e più importante. Per quanto riguarda poi il reale contributo che i giudici di porta hanno dato alla classe arbitrale e alla buona direzione delle partite, credo che questo sia pari a zero. Insomma, io credo che sia stata una scelta sbagliata“.
Fonte: calciomercato.com